Riconoscimento dell'anno 2013: la Cassazione valuta impatto su carriera e su bilancio pubblico dello Stato
La Cassazione esamina il ricorso sul riconoscimento dell’anno 2013 nella carriera dei docenti e le possibili conseguenze degli scatti di migliaia di insegnanti.


Si è tenuta oggi, 2 Aprile 2025, presso la Corte di Cassazione un’udienza cruciale per il futuro di molti docenti italiani, riguardante il riconoscimento dell’anno 2013 ai fini della progressione di carriera. Al centro del contenzioso il ricorso presentato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito contro la sentenza favorevole della Corte d’Appello di Firenze, che aveva accolto le istanze di una docente escluse dal calcolo di anzianità.
Durante l’udienza, ha sorpreso l’assenza del Ministero e dell’Avvocatura dello Stato, mentre l’INPS ha preso parte alla seduta sostenendo le ragioni ministeriali. La questione riguarda l’esclusione del 2013 dai conteggi retributivi e giuridici, in applicazione del D.P.R. 122/2013 derivato dal Decreto Legge 78/2010, che introdusse il blocco degli scatti stipendiali per esigenze di finanza pubblica.
Le sentenze precedenti e le motivazioni della Corte d’Appello
Il caso è nato da un provvedimento di ricostruzione di carriera di una docente immessa in ruolo nel 2015, che non teneva conto del servizio pre-ruolo svolto nel 2013. Il Tribunale di Lucca, in prima istanza, aveva respinto il ricorso, sostenendo che il blocco andasse interpretato in senso ampio, escludendo qualsiasi riconoscimento per l’anno in questione.
Di opinione contraria è stata però la Corte d’Appello di Firenze, che ha riconosciuto la validità giuridica del servizio prestato nel 2013, ritenendo il blocco retributivo una misura temporanea e circoscritta solo agli aumenti economici, non all’anzianità di servizio. La Corte ha evidenziato come una lettura troppo restrittiva della norma possa creare danni strutturali alla carriera dei lavoratori, andando contro ai principi già espressi dalla Corte Costituzionale.
Riconoscimento dell'anno 2013: le tesi del Ministero e le posizioni dei sindacati
Il Ministero ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che il testo normativo non distingua tra effetti giuridici ed economici, impedendo così una lettura costituzionalmente orientata. Tuttavia, numerose sentenze della Corte Costituzionale hanno già indicato che misure simili possono essere ritenute legittime solo se limitate nel tempo.
Durante l’udienza, l’avvocato Gianfranco Nunziata (Snals) ha ribattuto alle tesi ministeriali, sottolineando come l’interpretazione proposta dalla Corte d’Appello sia in linea con i principi costituzionali. Il legale ha inoltre evidenziato le implicazioni economiche di una sentenza sfavorevole, che potrebbe incidere sui bilanci pubblici per via della vasta platea di lavoratori coinvolti.
Attesa per la sentenza definitiva e possibili conseguenze per i docenti
Si attende ora il deposito della sentenza definitiva, che dovrebbe fornire un’interpretazione chiara sul tema. Un precedente importante è rappresentato dall’ordinanza n. 16133/2024, nella quale la stessa Cassazione aveva accennato alla necessità di una interpretazione restrittiva delle norme sul blocco retributivo, trattandosi di misure eccezionali.
Se confermata, tale lettura potrebbe aprire la strada al riconoscimento dell’anno 2013 almeno ai fini giuridici, incentivando altri ricorsi da parte del personale scolastico. Le ricadute riguarderebbero non solo gli aspetti retributivi, ma anche la ricostruzione di carriera, l’anzianità e i futuri concorsi interni.