Ricorso art. 54 CNR: Anief agisce per i ricercatori e chiede i benefici economici dei 'sei scatti'
Anief avvia un'azione legale contro l'inerzia del CNR sulla corretta applicazione dell'Articolo 54 per la base pensionabile del personale.
Anief ha promosso un nuovo ricorso legale per tutelare il personale ricercatore e tecnologo del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). L'azione mira a ottenere la corretta applicazione dell'Articolo 54 (DPR 1092/73) relativo ai cosiddetti "sei scatti" sulla base pensionabile. Si contesta l'interpretazione restrittiva dell'ente, che limita i benefici economici, nonostante le sentenze favorevoli già emesse dalla magistratura contabile. Questo ricorso punta ad estendere i diritti acquisiti a tutto il personale idoneo.
La controversia sull'applicazione dei "sei scatti"
La questione centrale del contenzioso riguarda la corretta interpretazione della decorrenza dell'Articolo 54, norma che incide significativamente sul calcolo della quota retributiva della pensione per il personale del comparto ricerca. Anief, attraverso i suoi legali, denuncia come il CNR continui ad applicare un calcolo restrittivo basato su una normativa superata, nonostante le chiare indicazioni giurisprudenziali.
Questa interpretazione penalizza economicamente i dipendenti, non riconoscendo loro la maggiorazione dei "sei scatti" figurativi sull'ultimo stipendio percepito, come invece previsto dalla legge e confermato da recenti pronunce giudiziarie. L'azione sindacale si basa sulla necessità di superare l'attuale inerzia amministrativa del CNR, che tarda ad adeguarsi alle sentenze della Corte dei Conti e della Cassazione, le quali hanno già riconosciuto la fondatezza delle richieste.
Il ricorso Articolo 54 CNR contro le circolari interne
L'iniziativa legale del sindacato Anief prende di mira specificamente gli atti amministrativi interni del Consiglio Nazionale delle Ricerche, in particolare la circolare 23/2021 che limita l'applicazione delle sentenze favorevoli. Questa circolare, secondo i ricorrenti, viola palesemente il principio di parità di trattamento e la corretta esecuzione dei giudicati, estendendo i benefici solo a coloro che avevano già un contenzioso aperto.
Il ricorso al TAR del Lazio mira quindi a ottenere l'annullamento di tali disposizioni limitative e a imporre all'ente di ricerca l'estensione automatica dei benefici a tutto il personale avente diritto. Si tratta di una battaglia per l'uniformità di trattamento che coinvolge il personale cessato dal servizio a partire dal primo gennaio 2015, data spartiacque per l'applicazione dei benefici pensionistici richiesti.
I precedenti giudiziari e le prospettive dell'azione legale
La fiducia nel successo di questa azione legale si fonda su solidi precedenti giurisprudenziali, inclusa la fondamentale sentenza 12/2021 delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti, che ha chiarito l'applicabilità del ricalcolo. Queste sentenze hanno stabilito che la base pensionabile deve includere i sei scatti calcolati sull'ultimo stipendio tabellare, e non su quello bloccato al 31 dicembre 2011, come erroneamente sostenuto dall'amministrazione.
Anief sottolinea che l'adeguamento non è una concessione, ma un diritto derivante dalla legge, e che l'ente ha l'obbligo di conformarsi ai dettami della magistratura senza costringere i singoli dipendenti a costosi ricorsi individuali. L'obiettivo finale è ottenere il ricalcolo corretto della pensione per tutti i ricercatori e tecnologi del CNR, garantendo il pieno riconoscimento del loro percorso professionale e retributivo.