Riforma esame di Stato: le critiche della FLC CGIL in audizione al Senato
La FLC CGIL critica duramente la riforma dell'esame di Stato e le misure per la scuola: fondi irrisori, autonomia a rischio e un modello regressivo.
La FLC CGIL è stata audita in Senato sul decreto per la riforma esame di Stato 2025/26. Il sindacato ha espresso forti critiche sulle nuove modalità della prova, sul ridimensionamento delle commissioni e sui fondi irrisori per il rinnovo contrattuale. Secondo la FLC CGIL, le misure proposte delineano un modello di scuola regressivo e punitivo per studenti e docenti.
Le novità sull'esame di maturità
La FLC CGIL contesta il ritorno alla dicitura “esame di maturità”. Questa modifica non è solo formale, ma sposta l'attenzione da una certificazione oggettiva a una valutazione qualitativa della crescita dello studente. Per il sindacato, l'esame perde così la sua natura di prova nazionale, aprendo la strada all'abolizione del valore legale del titolo di studio. Forti dubbi sono stati sollevati anche sul nuovo ruolo dell'INVALSI, a cui verrebbe affidato un compito di valorizzazione delle competenze estraneo alla sua missione. Un cambiamento che, secondo la FLC CGIL, snatura l'ente e indebolisce il sistema di esame di Stato nel suo complesso.
Commissioni ridotte e autonomia a rischio
La riforma prevede una significativa modifica del colloquio orale, che verterà su quattro discipline. Contestualmente, la commissione d'esame viene ridotta da sette a cinque membri. Questa operazione genera risparmi di spesa per oltre 35 milioni di euro. Tuttavia, non affronta il problema dei compensi per i commissari, fermi a normative del 2007. Il sindacato esprime anche serie preoccupazioni per la nuova filiera formativa tecnologico-professionale. Le modalità di programmazione previste sembrano scavalcare il ruolo degli organi collegiali, minando l'autonomia scolastica tutelata dalla Costituzione.
Fondi insufficienti e graduatorie docenti
Al rinnovo del CCNL 2022-2024 vengono destinati 240 milioni. Questi fondi, frutto di risparmi interni, si traducono in un "una tantum" di circa 120 euro lordi a lavoratore. Una cifra irrisoria, a fronte di una perdita del potere d'acquisto del 17% nel triennio. La FLC CGIL critica inoltre la proroga del potere di ordinanza ministeriale per aggiornare le graduatorie provinciali per le supplenze. Tale strumento, nato per l'emergenza, non è più adeguato per gestire la complessità del sistema di reclutamento e richiede un ripensamento condiviso con le organizzazioni sindacali.