RPD ai supplenti brevi: la sentenza di Milano che fa giurisprudenza
Il Tribunale riconosce il diritto all'indennità per i precari con contratti brevi, confermando la parità sulla Retribuzione Professionale Docenti (RPD).
Una recente pronuncia del Tribunale di Milano segna un punto fondamentale per i docenti precari della scuola statale italiana. Il giudice ha condannato il Ministero a corrispondere la Retribuzione Professionale Docenti (RPD) anche per i periodi di supplenza breve, accogliendo il ricorso supportato dal sindacato FENSIR e ribadendo il diritto alla parità retributiva.
La decisione del Tribunale sulla Retribuzione Professionale Docenti (RPD)
La Sezione Lavoro del Tribunale di Milano ha emesso, in data 6 novembre 2025, una sentenza destinata a fare giurisprudenza in materia di diritti scolastici. La giudice Francesca Saioni ha accolto il ricorso di un insegnante precario, stabilendo il suo diritto a ricevere l'emolumento accessorio anche per i servizi prestati con supplenze brevi.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito è stato condannato al pagamento di oltre 6.000 euro, oltre agli interessi legali e alle spese processuali, sanando così una disparità economica ingiustificata. Questa decisione conferma che le condizioni di impiego non possono variare in base alla durata del contratto senza ragioni oggettive.
I motivi giuridici della sentenza
La sentenza si fonda su un consolidato orientamento giurisprudenziale che considera la RPD un compenso fisso e continuativo, intrinseco alla funzione docente. La magistratura ha evidenziato che negare tale voce retributiva ai lavoratori a tempo determinato viola i principi di non discriminazione sanciti dalla Direttiva Europea 1999/70/CE.
Le mansioni svolte dal ricorrente sono state ritenute identiche a quelle dei colleghi di ruolo o con contratto annuale, rendendo illegittima qualsiasi differenza nel trattamento salariale. Il tribunale ha chiarito che la natura temporanea dell'incarico non giustifica l'esclusione da benefici economici che rientrano nelle condizioni di impiego standard.
Il ruolo del sindacato nella tutela dei precari
Il risultato ottenuto è frutto anche dell'assistenza fornita dal FENSIR, che ha supportato il docente durante tutto l'iter giudiziario. L'organizzazione sindacale ha strutturato un'azione legale mirata per contrastare le discriminazioni che colpiscono frequentemente il personale scolastico.
L'intervento del sindacato si è articolato in diverse fasi operative fondamentali per l'esito del ricorso:
elaborazione precisa dei conteggi economici da allegare agli atti;
assistenza legale continuativa al docente in ogni fase del processo;
promozione di un percorso nazionale per la tutela della dignità lavorativa.
Questa vittoria rappresenta una conferma dell'efficacia dell'azione collettiva nel colmare le lacune di un sistema che spesso penalizza chi garantisce la continuità didattica.
Prospettive per i futuri ricorsi
La pronuncia milanese apre nuove prospettive per migliaia di insegnanti che si trovano nella medesima condizione lavorativa. Il riconoscimento giudiziario della discriminazione subita dai supplenti brevi rafforza la possibilità di ottenere l'equiparazione retributiva attraverso ulteriori azioni legali.
Questo precedente si inserisce in un filone giurisprudenziale ormai stabile, che mira a eliminare le differenze di trattamento tra le varie tipologie di contratti a termine. La sentenza ribadisce che il lavoro svolto dai precari ha la stessa dignità e deve garantire i medesimi diritti economici del personale di ruolo.