Scuola italiana al 25% del potenziale: l’appello di Rusconi per un sistema più moderno e inclusivo
Mario Rusconi (Anp Roma) propone una scuola flessibile, aperta anche nel pomeriggio, con docenti retribuiti da veri professionisti e supporti adeguati.


Nel corso della Maratona Bullismo organizzata al Palazzo dell’Informazione dell’Adnkronos a Roma, Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma, è intervenuto presentando una riflessione lucida e critica sullo stato della scuola italiana. L’occasione è stata la diffusione del primo rapporto dell’Osservatorio nazionale bullismo e disagio giovanile. Tra i temi affrontati: il ruolo dei social, il potenziale inutilizzato degli edifici scolastici e la necessità di una riforma strutturale che includa orari flessibili, apertura pomeridiana e un adeguato riconoscimento professionale per i docenti.
“Serve un curriculum flessibile e scuole aperte: ma con stipendi da professionisti”
“Quando si parla di scuola aperta il pomeriggio, di curriculum flessibile, si dà per scontato che ci siano docenti professionisti pronti a mettersi in gioco. Ma questo deve essere accompagnato da uno stipendio adeguato.” Così Mario Rusconi, presidente di Anp Roma, ha introdotto uno dei nodi cruciali della questione educativa italiana. Il problema, secondo Rusconi, è che si continua a proporre modelli avanzati senza affrontare la realtà del corpo docente, ancora sottopagato e spesso non supportato da adeguate condizioni sociali.
“I social non sono il vero problema: servono servizi e supporti ai docenti”
Rusconi ha anche sfatato un mito ricorrente: “Si parla tanto dei social, ma io non credo che siano loro a rovinare i nostri studenti. Il vero nodo è l’assenza di un contesto strutturato che supporti realmente i docenti.” In Italia, ricorda, l’80-90% degli insegnanti sono donne, spesso con figli piccoli e genitori anziani da accudire. “Mancano servizi sociali che permettano loro di vivere la professione con la dignità e la flessibilità necessarie”, ha aggiunto.
Curriculum flessibile: un’idea già bocciata dai sindacati
L’idea di un curriculum flessibile non è nuova. È stata già proposta sia dal centrosinistra (Berlinguer) che dal centrodestra (Moratti), passando perfino in Parlamento. Tuttavia, spiega Rusconi, “entrambi sono stati impallinati dai sindacati”. Questo riflette, secondo lui, una profonda refrattarietà a ogni tentativo di riforma strutturale della scuola. “C’è un sistema di privilegi sindacali che ostacola l’evoluzione necessaria del sistema scolastico”.
La scuola italiana sfruttata solo al 25% del suo potenziale
“Gli edifici scolastici in Italia sono 42.000, ma solo 7.800 hanno una reale autonomia gestionale”, ha evidenziato Rusconi. “Eppure le scuole vengono usate solo al 25% delle loro possibilità. Andrebbero aperte tutti i pomeriggi, la sera, nei fine settimana. Ma ogni tentativo di estendere l’orario scolastico incontra ostacoli, nonostante i finanziamenti siano disponibili.”
Una scuola vecchia, ferma alla ‘ratio studiorum’
Rusconi ha poi offerto una riflessione storica sulla struttura della scuola italiana: “La nostra scuola è ancora ferma al modello gesuitico della ratio studiorum, con classi rigide, orari fissi e metodologie antiquate. Altri Paesi si sono evoluti, noi siamo rimasti indietro.” Ha definito riduttivo il dibattito culturale che tende a incolpare la scuola gentiliana o il Sessantotto per le attuali difficoltà educative: “Sono semplificazioni inutili, dobbiamo uscire da quello schema.”
Le scuole come centri emotivi e comunitari per i giovani
Secondo Rusconi, è urgente che la scuola diventi un luogo dove i giovani possano esprimere anche la propria dimensione emotiva: “Dove si trovano oggi questi spazi? Hanno nome e cognome: sono le scuole.” Per il presidente Anp Roma, bisogna favorire un modello educativo che valorizzi la socialità e il benessere emotivo degli studenti, anche fuori dall’orario tradizionale.
Contro il perdonismo e le regole inutili
In conclusione, Rusconi ha criticato duramente alcune pratiche troppo permissive all’interno del sistema scolastico: “Ci sono regole insensate che reprimono le emozioni degli studenti ma tollerano le occupazioni che portano alla distruzione degli edifici. C’è un perdonismo diffuso che non ha colore politico, ma che mina il rispetto per la scuola e per chi ci lavora”.