Scontri a Milano Centrale, CNDDU: 'Ferma condanna alla violenza, garantire diritto allo studio'

Arresto di due minorenni a Milano: CNDDU chiede di bilanciare la giustizia con il diritto allo studio, fondamentale per il recupero e la rieducazione.

26 settembre 2025 07:14
Scontri a Milano Centrale, CNDDU: 'Ferma condanna alla violenza, garantire diritto allo studio' - Coordinamento Nazionale Docenti
Coordinamento Nazionale Docenti
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In seguito agli scontri di Milano, che hanno portato all'arresto di due studenti, emerge una forte preoccupazione. Pur condannando ogni forma di violenza, si sottolinea l'importanza di non compromettere il diritto all'istruzione, strumento fondamentale per la crescita e il recupero. Il comunicato stampa CNDDU.

Scontri a Milano Centrale: vicinanza alle Forze dell’Ordine, garantire diritto allo studio ai minorenni

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profonda preoccupazione per la vicenda avvenuta a Milano il 25 settembre 2025, che ha visto protagonisti due studenti liceali minorenni arrestati durante gli scontri verificatisi nei pressi della stazione Centrale, nel corso di una manifestazione a sostegno della Palestina.

Secondo le ricostruzioni, i ragazzi, entrambi diciassettenni, si sarebbero trovati nelle prime file dei manifestanti e, per l’accusa, avrebbero opposto resistenza allo sbarramento predisposto dalle Forze dell’Ordine, arrivando a sferrarne calci e pugni. Una volta fermati, sempre secondo l’imputazione, avrebbero continuato a divincolarsi con forza. I loro difensori, tuttavia, hanno prodotto materiale video che mostrerebbe almeno una delle studentesse in posizione diversa, lontana dagli episodi più violenti.

La giudice del Tribunale per i minorenni ha disposto per entrambi l’“obbligo di permanenza in casa”, misura cautelare che nel procedimento minorile corrisponde agli arresti domiciliari, senza autorizzazione — almeno per ora — a frequentare le lezioni. Le due coetanee maggiorenni, arrestate per lo stesso episodio, sono invece tornate in libertà con obbligo di firma.

Al tempo stesso manifestiamo la nostra piena vicinanza alle Forze dell’Ordine, la cui funzione di tutela della sicurezza pubblica è imprescindibile in uno Stato democratico. Ogni forma di violenza contro chi indossa una divisa è da condannare senza esitazioni, poiché mina la convivenza civile e genera fratture difficili da ricomporre.

Detto ciò, riteniamo che il diritto all’istruzione non possa essere compresso oltre misura. L’art. 34 della Costituzione, come pure la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, riconoscono la scuola quale spazio fondamentale di crescita e reintegrazione sociale, tanto più nei casi in cui giovani si trovino coinvolti in vicende giudiziarie.

Escludere due adolescenti dal contesto scolastico significa privarli di uno strumento essenziale per comprendere la gravità degli eventi, per maturare consapevolezza e per avviare un percorso di responsabilizzazione.

Il CNDDU ribadisce che la funzione educativa deve rimanere prioritaria, anche in un contesto di fermezza verso comportamenti inaccettabili. Punire non può coincidere con isolare: è necessario garantire sempre un ponte verso la scuola, che resta presidio di legalità e democrazia.

Invitiamo pertanto le autorità competenti a rivalutare il provvedimento, bilanciando esigenze di giustizia, sicurezza e tutela dei diritti fondamentali.

La scuola, più che mai, deve essere vista come parte della soluzione e non come aggravante della pena. Allontanare un giovane dai banchi equivale a togliere opportunità di recupero e a rinforzare un senso di esclusione sociale.

Il CNDDU auspica che l’ordinanza possa essere rimodulata in tempi rapidi, prevedendo almeno la possibilità di frequentare le lezioni, anche in forme controllate o accompagnate.

Non dimentichiamo che educazione e legalità non sono binari paralleli, ma due linee che devono incontrarsi per costruire una società più giusta e pacifica.

È necessario che i provvedimenti giudiziari nei confronti dei minori tengano conto della loro condizione particolare, della fragilità tipica dell’età e della centralità del percorso educativo.

Esperienze di isolamento prolungato rischiano di accentuare disagio e rabbia, mentre la scuola può diventare laboratorio di responsabilità e cittadinanza attiva.

In questo senso, un provvedimento che precluda l’accesso all’istruzione appare in contraddizione con le finalità rieducative che la giustizia minorile dovrebbe perseguire.

Riteniamo fondamentale aprire un dibattito pubblico su come bilanciare misure cautelari e tutela dei diritti educativi, affinché episodi analoghi non producano ulteriori fratture.

Il CNDDU continuerà a monitorare con attenzione la vicenda, offrendo supporto alle scuole coinvolte e promuovendo percorsi di educazione civica che valorizzino il rispetto reciproco e il dialogo non violento.

prof. Romano Pesavento, presidente CNDDU