Scuola, allarme over 50: è record di docenti anziani, la denuncia di Anief
Allarme nel settore pubblico: aumenta la presenza di dipendenti over 50, con un picco nella scuola. Analisi, dati e proposte per il futuro del lavoro.


I dati CNEL del 2025 evidenziano un aumento di lavoratori con più di 50 anni tra i dipendenti pubblici, in particolare nel settore della scuola. L'analisi del sindacato Anief rivela che quasi mezzo milione di docenti rientra in questa fascia d'età, sollevando questioni urgenti su precariato, pensioni e la necessità di un ricambio generazionale.
La fotografia della pubblica amministrazione italiana
Le più recenti analisi del CNEL, relative al secondo trimestre del 2025, delineano un quadro occupazionale in crescita per l'Italia, ma al contempo accendono un riflettore su un'anomalia strutturale. La fascia di lavoratori over 50 risulta infatti sovrarappresentata all'interno di settori chiave come la pubblica amministrazione, l'istruzione e la sanità. Questa concentrazione, più evidente nelle regioni settentrionali, riguarda in larga misura personale con contratti a tempo indeterminato, simbolo di una stabilità lavorativa che non è stata accompagnata da un adeguato ricambio generazionale. L'invecchiamento progressivo dei dipendenti pubblici pone sfide concrete per l'efficienza dei servizi e la capacità di adattamento alle nuove esigenze, come la transizione digitale.
L'emergenza anagrafica nel comparto scuola
Il settore scolastico è l'emblema di questa dinamica. Secondo i dati elaborati dal sindacato Anief, il numero di docenti italiani con un'età superiore ai 50 anni ha ormai superato la soglia critica di 480.000 unità. Tale situazione è la conseguenza diretta di un sistema di reclutamento che per decenni si è basato sul precariato, portando alla stabilizzazione del personale solo in età avanzata. Le cifre sono eloquenti: oggi un quarto delle cattedre è assegnato a supplenti, una percentuale quasi raddoppiata rispetto al 13,8% del 2015-16. Questo ritardo nell'immissione in ruolo non solo crea incertezza, ma contribuisce a innalzare l'età media del corpo insegnante, tra i più vecchi al mondo.
Le proposte per favorire il ricambio generazionale
Per affrontare questa emergenza, vengono avanzate proposte concrete per svecchiare la categoria. Una delle soluzioni centrali è l'introduzione di canali di uscita flessibile, consentendo ai docenti di accedere alla pensione attorno ai 60-62 anni senza le attuali penalizzazioni economiche. Questa misura riconoscerebbe la specificità di un lavoro scientificamente provato come usurante e ad alto rischio di burnout, equiparandolo a quello delle forze dell'ordine. Oltre a ridurre i costi sociali legati allo stress professionale, un pensionamento anticipato libererebbe risorse per l'assunzione di giovani. In questo contesto si inseriscono iniziative legislative come la proposta Bucalo, mirata a facilitare l'uscita dal lavoro.