Scuola dell’infanzia: cresce l’offerta ma restano alte le domande inevase nel pubblico

L’offerta nei servizi per l’infanzia cresce del 4,5%, ma il 68,9% delle domande resta inevaso nel pubblico. Gravi disparità Nord-Sud nel sistema.

19 maggio 2025 14:05
Scuola dell’infanzia: cresce l’offerta ma restano alte le domande inevase nel pubblico - Gioco cooperativo
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Nel 2022/2023 l’offerta nei servizi per l’infanzia è aumentata del 4,5%, ma il 68,9% delle domande nel pubblico resta senza risposta. Forti le disparità territoriali, con il Mezzogiorno in grave ritardo rispetto al Centro-Nord. Il Paese è ancora lontano dall’obiettivo europeo del 45% di copertura entro il 2030.

Scuola dell'infanzia: domanda in crescita, offerta insufficiente

Secondo i dati Istat riferiti all’anno educativo 2022/2023, le unità di offerta per la scuola dell’infanzia hanno superato quota 14.000, con un aumento del 4,5% dei posti disponibili rispetto all’anno precedente. Tuttavia, la domanda continua a eccedere l’offerta, con il 59,5% delle strutture che segnala la presenza di liste d’attesa, in aumento rispetto al 56,3% del 2021/2022. Le criticità sono maggiori nel pubblico, dove il 68,9% delle strutture dichiara di avere richieste inevase. La situazione è particolarmente grave nel Nord Italia, dove il dato raggiunge il 73,3%. Anche nel settore privato si registrano problemi: il 54% dei servizi non statali e il 53,7% di quelli convenzionati riferiscono liste d’attesa.

Copertura nazionale in crescita, ma non omogenea

Nel 2022/2023, il tasso medio di copertura nazionale dei servizi educativi per l’infanzia ha raggiunto il 30%, un miglioramento rispetto al 27,1% del 2019/2020. Questo dato segna un progresso, ma non basta a colmare i forti divari territoriali. Il Mezzogiorno resta indietro: Campania (13,2%), Sicilia (13,9%) e Calabria (15,7%) sono le regioni con i tassi più bassi. Al contrario, molte aree del Centro-Nord hanno già superato il LEP (Livello Essenziale delle Prestazioni) fissato a 33 posti ogni 100 bambini entro il 2027. Queste differenze mettono a rischio l’equità del sistema educativo nazionale e limitano le opportunità formative nelle aree più svantaggiate.

Un obiettivo europeo ancora lontano

La strategia dell’Unione Europea per il 2030 prevede un obiettivo minimo del 45% di copertura dei servizi educativi per la prima infanzia. Nonostante i miglioramenti registrati, l’Italia è ancora distante da questo traguardo, soprattutto nelle regioni del Sud. L’incremento dell’offerta, sebbene positivo, non è sufficiente a compensare le carenze strutturali del sistema, in particolare sul fronte pubblico. La mancanza di una pianificazione omogenea e l’assenza di risorse sufficienti frenano l’espansione dei servizi dove ce n’è più bisogno. Urge un intervento mirato, con investimenti differenziati per ridurre il divario e garantire un accesso paritario su tutto il territorio.

Disparità ancora irrisolte per l'accesso ai servizi per l’infanzia

Le disuguaglianze nell’accesso ai servizi per l’infanzia si traducono in una distribuzione iniqua delle opportunità educative. I bambini che crescono in aree con scarsa copertura partono già in svantaggio, con minori possibilità di socializzazione, sviluppo e inserimento precoce nel sistema scolastico. La scuola dell’infanzia non è solo un diritto, ma anche una leva fondamentale per la coesione sociale e lo sviluppo del capitale umano. Colmare il divario territoriale significa intervenire alla radice delle disuguaglianze che poi si amplificano nel percorso scolastico e professionale. Servono azioni strutturali, una governance più efficace e risorse stabili nel tempo, per garantire un servizio equo e universale.