Scuola di una volta: nostalgia o realtà?
Un post su Facebook riaccende il dibattito sulla scuola di una volta: tra nostalgia, critiche e ironia emerge un quadro contrastante.


Un post su Facebook riapre il dibattito sulla scuola “di una volta”: tra ricordi affettuosi, ironia e critiche, emergono visioni contrastanti. Un viaggio tra le testimonianze di chi ne conserva un’immagine rigorosa e formativa e chi, invece, mette in luce ombre, discriminazioni e rigidità spesso dimenticate.
Nostalgia e gratitudine verso la scuola passata
Il post nostalgico, con la formula “la vecchia scuola di una volta”, ha generato centinaia di commenti. Molti utenti hanno espresso riconoscenza per l’educazione ricevuta, raccontando aneddoti di rispetto e disciplina. Adele ringrazia ancora oggi la sua maestra quando scrive o legge un libro; Elena ricorda le parole della madre che autorizzava la maestra a punirla se necessario. Per Chiara era normale alzarsi in piedi all’ingresso del professore, e per Gloria i docenti erano “alleati dell’educazione dei figli”. Una scuola percepita come più rigorosa, ma anche più efficace, con dettati quotidiani, tabelline, un solo sussidiario e una sola maestra che insegnava tutto senza confusione. Non c’erano gruppi WhatsApp dei genitori, i bambini sapevano stare seduti più a lungo e, secondo molti commentatori, le famiglie sostenevano l’autorità degli insegnanti.
Un modello ideale che nascondeva ombre
Accanto alla narrazione idealizzata emergono voci critiche e sarcastiche. Arianna ricorda le punizioni corporali, spesso applicate in modo diseguale, mentre Andrea elenca classi da 35 alunni, professori che fumavano in aula e dispersione scolastica elevata. Paola mette in guardia dal romanticismo facile, ricordando le classi differenziali per i poveri e l’abbandono scolastico precoce, soprattutto al Sud e tra le bambine. Marta sottolinea come “ti dicevano che eri stupido e magari eri solo dislessico”, mentre Lorenza racconta umiliazioni subite da docenti onnipotenti. Con sarcasmo, Lorenzo commenta: “Ah, la bella scuola di una volta, sento ancora il profumo di classismo naturale”. Una realtà quindi più complessa di come viene raccontata oggi sui social, fatta di rigore ma anche di esclusione.
Il confronto con la scuola di oggi
Molti riconoscono che la scuola attuale non è esente da problemi, ma mettono in dubbio che il modello del passato fosse superiore. Mariaconcetta difende la rigidità, dove “prima era necessario sapere, poi saper fare”, mentre Enrica critica questa impostazione: “Si bocciava e tutti avevano la coscienza pulita”, lasciando indietro i più fragili. Maria Grazia parla di “nostalgia canaglia”, ricordando che molti bambini in passato non frequentavano affatto la scuola. Fabiana rimpiange solo che le famiglie di allora rafforzassero il carattere dei figli e investissero nell’istruzione, non l’intero sistema. Il dibattito tra idealizzazione e critica mostra come il passato scolastico venga reinterpretato alla luce dei valori attuali, oscillando tra rigore e distorsione.