Scuola e reskilling: preparare docenti e studenti alle competenze del futuro
Il reskilling trasforma scuola e lavoro: intelligenza artificiale e formazione continua preparano docenti e studenti alle sfide del futuro.


Il mondo del lavoro sta attraversando una trasformazione senza precedenti. Secondo le stime del Future of Jobs Report 2025 del World Economic Forum, nei prossimi anni la riqualificazione professionale – o reskilling – diventerà un passaggio obbligato per la maggior parte dei lavoratori. In un contesto in cui la tecnologia evolve rapidamente e le competenze richieste cambiano di continuo, aggiornarsi non è più un vantaggio competitivo, ma una strategia di sopravvivenza.
Reskilling: un’esigenza reale, non una tendenza
Il concetto di reskilling è semplice: fornire a un professionista nuove competenze per mantenerlo competitivo nel mercato del lavoro. Entro il 2030, quasi il 60% della forza lavoro mondiale dovrà acquisire nuove abilità. Le modalità con cui ciò avverrà, però, non saranno uguali per tutti:
- 29% dei lavoratori potrà continuare nel proprio ruolo, ma con competenze aggiornate.
- 19% verrà ricollocato in posizioni differenti.
- 11% rischia di non ricevere alcuna formazione, con conseguente esclusione dal mercato.
Questa trasformazione non riguarda solo i settori tecnologici: accanto alle competenze digitali – come intelligenza artificiale, big data e cybersecurity – restano essenziali abilità cognitive (pensiero critico, problem solving) e soft skills (resilienza, leadership, comunicazione). Prepararsi a cambiare lavoro più volte in carriera diventerà la nuova normalità.
Il punto di vista delle imprese
Per le aziende, la carenza di competenze è oggi uno dei principali ostacoli all’innovazione: oltre sei datori di lavoro su dieci lo confermano. Eppure, solo il 50% delle imprese prevede di ricollocare i dipendenti in ruoli in crescita; il 40% considera invece la riduzione del personale non aggiornato.
Secondo il Workplace Learning Report 2025 di LinkedIn, le organizzazioni che investono in programmi di formazione strutturati non solo migliorano le performance, ma attraggono e trattengono più facilmente i talenti. Tuttavia, soltanto il 36% delle aziende dispone di un piano di sviluppo di carriera con obiettivi e indicatori misurabili.
Esempi di successo nel reskilling aziendale
Alcune multinazionali hanno già implementato progetti concreti:
- Amazon ha riqualificato oltre 200.000 dipendenti in 14 Paesi con percorsi formativi retribuiti.
- IBM sfrutta l’intelligenza artificiale per suggerire opportunità di carriera interne in linea con le competenze del personale.
- Walmart ha creato percorsi per trasformare addetti alle vendite in tecnici specializzati o autisti, rispondendo alla carenza di manodopera.
- Siemens ha sviluppato MyGrowth Hub, piattaforma interna per mappare i gap di competenze e proporre piani di crescita personalizzati.
L’intelligenza artificiale come acceleratore della formazione
L’AI non è solo un settore in cui servono nuove abilità: è anche uno strumento chiave per il reskilling. Grazie agli algoritmi, i programmi di formazione possono essere personalizzati in base ai ritmi e agli obiettivi individuali, rendendo l’apprendimento più rapido ed efficace. Esempi concreti arrivano da IBM e Siemens, che integrano l’AI per analizzare le competenze e suggerire percorsi di sviluppo mirati.
Il caso italiano: tra opportunità e rischi
In Italia, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha destinato 1,7 miliardi di euro al “Piano nuove competenze” e potenziato la Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori (GOL), con l’obiettivo di coinvolgere 3 milioni di persone entro il 2025. Gli Istituti Tecnici Superiori (ITS) sono considerati cruciali per colmare il divario tra domanda e offerta di competenze. Tuttavia, i finanziamenti europei scadranno nel 2026: senza un piano di continuità, il rischio è interrompere un processo che richiederebbe interventi strutturali e di lungo periodo.
Reskilling e scuola: la sfida dell’istruzione
La trasformazione non tocca solo industria e servizi, ma anche la scuola. L’introduzione dell’AI nelle aule e nella gestione amministrativa richiede docenti e personale capaci di sfruttare le nuove tecnologie per migliorare didattica e organizzazione.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, guidato da Giuseppe Valditara, ha avviato una sperimentazione in 15 classi di scuole secondarie in Lombardia, Abruzzo, Marche e Toscana. Il progetto, di durata biennale, mira a personalizzare l’apprendimento e valorizzare i talenti, includendo anche istituti del Lazio e della Calabria. L’obiettivo è supportare non solo gli studenti più brillanti, ma anche chi incontra difficoltà di apprendimento.