Scuola: stop al bullismo, serve un patto per la fiducia
Dopo il caso di Conegliano, il CNDDU chiede risorse e un nuovo patto educativo per una scuola che sia luogo di crescita e non di paura.
Il caso di Conegliano, dove i genitori hanno ritirato i figli, è un segnale preoccupante. Il CNDDU interviene sottolineando come la scuola debba tornare a essere una comunità viva. Il bullismo e il disagio evidenziano un fallimento del sistema che richiede un intervento immediato.
Conegliano, genitori lasciano i figli a casa: “La scuola torni ad essere un luogo di fiducia e crescita”
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profonda preoccupazione per la vicenda della scuola primaria di Conegliano, dove alcuni genitori hanno scelto di non mandare i propri figli a lezione per denunciare episodi di bullismo e disagio non più tollerabili.
Questa storia non parla solo di paura, ma di una scuola che chiede aiuto.
Quando le famiglie arrivano a una decisione tanto estrema, significa che il sistema educativo ha smesso di funzionare come rete di protezione. È un campanello d’allarme che non può essere ignorato.
Il CNDDU ritiene che sia proprio la scuola il luogo da cui ripartire. Non come struttura amministrativa, ma come comunità viva, fatta di relazioni, empatia e fiducia. La scuola deve tornare a essere il centro del discorso pubblico, il presidio più autentico della società civile.
Il bullismo non è solo un problema disciplinare: è una malattia sociale che nasce dal silenzio, dall’assenza di adulti credibili, dal disimpegno emotivo. Per questo serve una scuola che non si limiti a insegnare nozioni, ma che formi coscienze, che insegni l’empatia e la responsabilità del vivere insieme.
Il CNDDU sollecita le istituzioni a garantire alle scuole risorse adeguate per la prevenzione del disagio, l’attivazione di sportelli di ascolto e la formazione continua del personale docente. Ogni classe dovrebbe essere un laboratorio di rispetto e ascolto, non un luogo di tensione o di paura.
Educare non significa controllare, ma accompagnare. Non punire, ma capire. La scuola, se sostenuta, può diventare il primo luogo in cui si disinnesca la violenza e si ricuce il tessuto emotivo di una generazione che spesso si sente sola.
Il CNDDU propone di istituire un “Patto educativo territoriale” in cui famiglie, docenti e istituzioni collaborino stabilmente per promuovere un’educazione alla convivenza e ai diritti umani. L’isolamento di oggi si supera solo con una rete di presenza e responsabilità condivisa.
La scuola non deve essere la trincea del disagio, ma la sua soluzione.
È nella scuola che si imparano le regole della vita, il rispetto dell’altro, la libertà del pensiero.
Rimettere la scuola al centro significa rimettere al centro l’essere umano.
prof. Romano Pesavento, presidente CNDDU