Scuole aperte d’estate, ma il carico resta sulle famiglie

Famiglie lasciate sole tra vacanze scolastiche interminabili e servizi estivi a macchia di leopardo. Le scuole aperte d’estate non risolvono il problema

02 agosto 2025 12:13
Scuole aperte d’estate, ma il carico resta sulle famiglie - Educare all'affettività
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Il Piano Estate del Ministero e l’iniziativa delle scuole aperte d’estate appaiono insufficienti a colmare le disuguaglianze educative accentuate dalla lunga pausa estiva. Famiglie senza reti di supporto denunciano carenze strutturali e disparità territoriali nei servizi, mentre l’Italia resta tra i paesi europei con le vacanze scolastiche più lunghe

Scuole aperte d’estate: il divario tra territori e famiglie

Le lunghe vacanze estive, che in Italia superano le 13 settimane, accentuano le disuguaglianze educative tra studenti. Lo evidenzia Angela Nava, presidente del Coordinamento Genitori Democratici, secondo cui esistono “comuni virtuosi” che riescono a offrire servizi adeguati e altri che restano scoperti. Il divario si riflette nell’accesso disomogeneo alle attività estive, penalizzando soprattutto i minori provenienti da famiglie svantaggiate. Mentre chi ha risorse economiche può permettersi centri estivi, tutor e attività formative, molti altri devono gestire da soli l’estate dei figli, con conseguenze sul piano dell’apprendimento, come learning loss, discontinuità educativa e isolamento sociale.

Famiglie senza reti: i nonni non bastano più

La trasformazione del tessuto familiare ha ridotto drasticamente le tradizionali reti di supporto. I nonni lavorano più a lungo o sono molto anziani, come afferma la stessa Nava, e non possono più essere il pilastro dell’estate dei bambini. Le famiglie monoparentali o con entrambi i genitori occupati si trovano in difficoltà nella conciliazione tra lavoro e cura dei figli. Il risultato è l’adozione di soluzioni improvvisate, spesso inefficaci, che amplificano il gap educativo. Il Piano Estate del Ministero, pensato per rispondere a queste esigenze, si rivela però episodico, frammentario e dipendente dalla disponibilità dei singoli istituti e docenti, senza garantire una copertura nazionale equa. La mancanza di protocolli stabili e convenzioni strutturate con enti locali impedisce una vera inclusione educativa estiva.

Il confronto europeo: vacanze più brevi e meglio distribuite

L’Italia è tra i paesi europei con le vacanze scolastiche estive più lunghe, insieme a Lettonia e Albania. I calendari scolastici mediterranei prevedono 13-15 settimane di pausa continuativa, contro le 6-8 settimane di media nei paesi del Nord Europa, come Germania, Francia e Svezia. In questi sistemi, le pause sono più brevi ma distribuite durante l’anno, con intervalli regolari ogni 6-8 settimane. La Germania, ad esempio, offre vacanze autunnali, natalizie, pasquali e invernali, rendendo la pausa estiva meno pesante. Questo modello nord-europeo mira a garantire un miglior equilibrio tra studio e riposo, prevenendo il calo dell’attenzione e del rendimento scolastico. L’Italia, invece, conserva un calendario scolastico che risponde a tradizioni culturali e condizioni climatiche, ma che oggi mostra tutti i suoi limiti in termini di equità educativa e sostegno alle famiglie.