Scuole chiuse 31 ottobre in Calabria per allerta meteo: i comuni interessati
Maltempo e allerta arancione su aree joniche. Si analizza la differenza tra sospensione delle attività e chiusura totale delle scuole chiuse.
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                                                            Una nuova ondata di maltempo interessa la Calabria, portando piogge intense sulle aree joniche. La Protezione Civile regionale ha emesso un'allerta arancione per venerdì 31 ottobre. Di conseguenza, diverse amministrazioni comunali hanno optato per la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado. Questo articolo riporta i comuni interessati e approfondisce le procedure legali dietro tali decisioni.
Allerta meteo e comuni con scuole chiuse
L'allerta arancione diramata dalla Protezione Civile regionale, in stretta collaborazione con il Centro Funzionale Multirischi Arpacal, impone la massima prudenza. Il bollettino meteorologico prevede un sensibile peggioramento nelle prossime ore, con fenomeni temporaleschi e piogge intense che colpiranno specificamente i settori jonici. Le aree più monitorate sono quelle del Reggino, del Catanzarese e del Crotonese. Per il resto del territorio calabrese, l'allerta si attesta sul livello giallo. In risposta a questo scenario, e per tutelare l'incolumità pubblica, numerosi sindaci hanno firmato ordinanze di chiusura.
L'elenco include Catanzaro e Soverato. Si aggiungono Botricello, Pentone, Chiaravalle, Gasperina, Fossato Serralta, Albi, Sellia Marina, San Vito sullo Ionio, Montepaone, Stalettì, Squillace, Torre di Ruggiero, Palermiti, Settingiano, Caraffa, Petronà e Borgia. Le autorità invitano a limitare gli spostamenti e a seguire gli aggiornamenti ufficiali, poiché l'elenco potrebbe variare.
Sospensione delle attività vs chiusura totale
Quando si verificano eventi climatici avversi, la decisione di fermare le lezioni spetta a figure istituzionali precise. I prefetti, in qualità di rappresentanti territoriali del governo, e i sindaci, come massime autorità sanitarie e di protezione civile locali, possono emettere i provvedimenti. È cruciale, però, comprendere la distinzione tecnica tra "sospensione" e "chiusura". La sospensione delle attività didattiche è un provvedimento più leggero.
È assimilabile alle vacanze programmate (come quelle natalizie): le lezioni sono interrotte, ma la struttura scolastica resta aperta. Di conseguenza, il personale ATA (Amministrativo, Tecnico e Ausiliario) è tenuto a presentarsi regolarmente in servizio. I docenti, invece, sono esentati, a meno che non fossero già calendarizzate attività funzionali all'insegnamento (come collegi o consigli), che il dirigente scolastico può decidere di rimandare.
Scuole chiuse: conseguenze per il personale e recupero giorni
La chiusura totale delle scuole rappresenta un intervento più drastico, attuato in risposta a emergenze gravi, non solo climatiche ma anche, ad esempio, per manutenzioni straordinarie urgenti. In questa circostanza, l'accesso all'istituto è interdetto a tutta la comunità scolastica: studenti, docenti e personale ATA. Le assenze sono pienamente legittimate e non comportano alcuna decurtazione economica. Il fondamento giuridico risiede nell'articolo 1256 del Codice Civile, che regola l'impossibilità sopravvenuta della prestazione lavorativa non imputabile al lavoratore.
Riguardo al recupero dei giorni persi, l'anno scolastico resta valido anche se non si raggiungono i 200 giorni di lezione, poiché i calendari regionali partono solitamente con un margine. Il Ministero, tramite apposita circolare, affida alle singole scuole la decisione di un eventuale recupero, valutando il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento e la necessità di elementi di valutazione sufficienti.
 
						 
				 
				