Scuole occupate per Gaza: 'Lo sciopero è solo l’inizio'
Cambiare Rotta annuncia che lo sciopero del 22 settembre è solo l’inizio: il piano è occupare tutte le scuole di Roma e dell’Italia per sostenere Gaza


Il collettivo Cambiare Rotta annuncia l’espansione della mobilitazione studentesca dopo il grande sciopero per Gaza del 22 settembre: l’obiettivo è occupare tutte le scuole di Roma e dell’intero Paese, trasformandole in presidi permanenti per la causa palestinese.
La prima occupazione e l’avvio della protesta per Gaza
L’istituto Cine-Tv Roberto Rossellini a Roma, nella sua succursale di zona Ostiense, è stato il primo a subire una forma ufficiale di occupazione studentesca dell’anno, con striscioni recanti la bandiera palestinese e la scritta “Rossellini occupato”. Gli studenti, sostenuti dal collettivo OSA (Opposizione Studentesca d’Alternativa), hanno dichiarato che l’azione è una risposta diretta all’attacco notturno subito dalla Global Sumud Flotilla, missione umanitaria diretta a Gaza. Nel manifesto diffuso per l’occupazione si fa esplicito riferimento all’adesione all’appello lanciato dagli universitari di Cambiare Rotta da Lettere occupata, mettendo in continuità lo sciopero del 22 settembre che ha radunato migliaia di persone.
Il presidio nazionale e l’estensione della strategia
Il Global Movement to Gaza Italia ha promosso un presidio davanti a Montecitorio, dove è stata annunciata la volontà di estendere le occupazioni a livello nazionale. Un portavoce di Cambiare Rotta ha dichiarato che lo sciopero del 22 settembre rappresenta “solo l’inizio” e che l’azione successiva sarà “occupare tutte le scuole di Roma e del Paese”. L’idea è di trasformare gli istituti scolastici in presidi permanenti, per mantenere la tensione sul tema palestinese e sostenere la Freedom Flotilla Coalition. Gli studenti hanno anche messo nel mirino le politiche del ministro Valditara, accusandolo di comportamenti autoritari con regolamenti sul dress code e sui cellulari nelle scuole, definendolo “ministro sceriffo”.
Reazioni, adesioni e prospettive
L’occupazione del Rossellini segna il punto di partenza per una mobilitazione che coinvolge già altre scuole romane e che promette di espandersi su scala nazionale. Alcuni studenti parlano di una strategia a scala larga, con assemblee cittadine e iniziative di solidarietà accanto a gruppi studenteschi di altri istituti. L’azione è presentata non solo come protesta simbolica, ma come un sostegno concreto alla causa palestinese, in contrasto con le scelte del governo italiano. Le occupazioni non sono viste come eventi isolati ma come una fase iniziale di un percorso che punta a tradursi in un movimento strutturato nelle scuole.