Scuole paritarie a rischio chiusura: in gioco il futuro di 770.000 studenti

In Italia 11.000 scuole paritarie rischiano la chiusura. Senza interventi, 770.000 studenti ricadrebbero sullo Stato con costi per 5,6 miliardi di euro

12 aprile 2025 13:14
Scuole paritarie a rischio chiusura: in gioco il futuro di 770.000 studenti - scuola divisa
scuola divisa
Condividi

A venticinque anni dall’introduzione della legge sulla parità scolastica, l’Italia si trova di fronte a una crisi profonda del sistema educativo pluralista. Le scuole paritarie, riconosciute dallo Stato ma non completamente sostenute economicamente, rischiano la chiusura in massa: ne restano attive circa 11.000, concentrate soprattutto nel Nord del Paese, ma con prospettive sempre più incerte. Il sistema statale non sarebbe in grado di assorbire gli oltre 770.000 alunni oggi iscritti, con conseguenze rilevanti sia sul piano economico sia su quello sociale. Le misure adottate finora risultano parziali, mentre il rischio di collasso si fa concreto.

Un sistema squilibrato: i numeri del divario

Le scuole paritarie ricevono attualmente un contributo statale medio di circa 700 euro per alunno, a fronte dei 7.300 euro spesi per ciascun allievo nella scuola pubblica. Questo squilibrio rende difficile per molti istituti garantire l’accesso a una formazione di qualità, mantenendo rette sostenibili per le famiglie. A pagarne il prezzo sono soprattutto gli studenti provenienti da contesti socio-economici fragili, che vedono ridursi le possibilità di scelta educativa.

Il rischio di un collasso strutturale

Negli ultimi anni migliaia di scuole paritarie hanno chiuso i battenti. Se anche le 11.000 ancora attive dovessero scomparire, il sistema scolastico statale si troverebbe improvvisamente a dover accogliere 770.000 alunni in più, con un impatto economico stimato di 5,6 miliardi di euro. Si tratterebbe di un’emergenza non solo logistica, ma anche qualitativa, con il rischio di sovraffollamento e peggioramento dei servizi offerti.

Verso una politica di sostegno strutturale

Il recente incremento dei contributi da 500 a 700 euro per alunno rappresenta un primo passo, ma non è sufficiente per garantire la sopravvivenza del settore. Tra le proposte allo studio, il ripristino del buono scuola per le famiglie a basso reddito e l’eliminazione dell’IMU sugli edifici scolastici, che grava per oltre 500.000 euro l’anno. Tali misure potrebbero rappresentare strumenti efficaci per congelare l’emorragia e stabilizzare l’offerta educativa.

Pluralismo educativo e democrazia

La crisi delle scuole paritarie solleva una questione più ampia: il diritto alla libertà di scelta educativa. In molti Paesi europei, le famiglie possono scegliere tra scuola statale e paritaria senza costi aggiuntivi, avendo già contribuito con le tasse al sistema educativo. In Italia, invece, chi opta per la paritaria è costretto a un doppio onere economico. La sopravvivenza delle paritarie è dunque strettamente legata alla tutela della libertà educativa e della democrazia scolastica.