Social media vietati agli under 16: favorevole Giannelli (ANP)
Il presidente ANP sostiene la necessità di limiti per i Social media simili a quelli previsti per alcol e guida, tutelando la crescita.
Il dibattito globale sull'uso dei social media investe ora anche il mondo della scuola italiana. Antonello Giannelli, presidente dell'ANP, si schiera a favore del divieto per i minori di 16 anni, citando la necessità di proteggere la crescita dei ragazzi. È fondamentale garantire una maggiore tutela degli adolescenti dai rischi di un'esposizione digitale precoce.
Strette normative sui social media nel mondo
Lo scenario internazionale sta cambiando rapidamente per proteggere i più giovani. L'Australia ha fatto da apripista introducendo, dallo scorso 10 dicembre, una legge che obbliga piattaforme come TikTok, Facebook e Instagram a verificare l'età degli utenti e a cancellare i profili dei minori di 16 anni. Le Big Tech che non adotteranno misure ragionevoli di controllo rischiano sanzioni fino a 49,5 milioni di dollari. Anche l'Italia si muove in questa direzione: in Parlamento è in discussione una proposta bipartisan per fissare la maggiore età digitale a 15 anni, impedendo l'accesso ai più piccoli senza il consenso esplicito dei genitori.
La maturità necessaria per i social media
Secondo Antonello Giannelli, l'accesso alla rete non può essere indiscriminato ma richiede una preparazione specifica. Il presidente dell'Associazione Nazionale Presidi istituisce un paragone netto con la vita reale: come è necessario ottenere un patentino per il ciclomotore o avere l'età legale per acquistare alcolici, così serve maturità per navigare. Un utilizzo intensivo e senza filtri minaccia seriamente la creatività e indipendenza di giudizio degli studenti. Per l'ANP, l'uso delle piattaforme rientra tra quelle attività che comportano rischi concreti e che, di conseguenza, non possono essere lasciate alla libera gestione di un minore non ancora formato.
L'Europa verso una maggiore protezione online
La questione della sicurezza digitale non riguarda solo le singole famiglie, ma rappresenta una sfida collettiva. Il Parlamento Europeo ha recentemente approvato, con 483 voti favorevoli, una relazione che raccomanda il divieto di accesso ai social per gli under 16, segnando una linea politica chiara. Giannelli sottolinea come questa sia un'interazione online che coinvolge tutta la società civile. Non basta la vigilanza domestica; serve un intervento normativo strutturale per arginare le problematiche derivanti dall'iperconnessione, garantendo ai giovani un ambiente di sviluppo più sano e protetto.