Sostegno, caos tra INDIRE e università: il MIM convoca un tavolo tecnico

INDIRE al centro dei percorsi sostegno, ma le università contestano l’esclusione. Il MIM avvia un tavolo tecnico per riequilibrare ruoli e posti disponibili

19 giugno 2025 09:24
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Insegnanti perplessi
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La pubblicazione dei decreti 75 e 77 del 24 aprile 2025 sul sostegno ha innescato un conflitto tra INDIRE e atenei, alimentato da ritardi attuativi e da una contestata esclusione delle università dai percorsi di formazione per docenti precari. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito cerca ora una mediazione attraverso un tavolo tecnico nazionale

Due percorsi di specializzazione su sostegno , un’unica tensione

Con il DM 75/2025 e il DI 77/2025, il Ministero ha inteso dare una svolta all’annosa questione dei docenti di sostegno privi di specializzazione, prevedendo percorsi dedicati sia a chi ha maturato almeno tre anni di servizio specifico negli ultimi cinque, sia a chi ha conseguito il titolo all’estero. I due percorsi, distinti ma paralleli, sono normati rispettivamente dagli articoli 6 e 7. Il primo riguarda i precari con esperienza in Italia, il secondo gli specializzati all’estero con titoli riconosciuti o in attesa di riconoscimento, a condizione che non abbiano rinunciato o presentato esposti. I corsi saranno attivati da INDIRE e dalle università, con la possibilità di convenzioni tra i due enti.

Sostegno: INDIRE al centro, ma le università insorgono

Fin dalla pubblicazione dei decreti, si è creata una forte tensione tra INDIRE e il sistema universitario. La gestione operativa dei percorsi, infatti, sembra accentrarsi sull’istituto di Firenze, con le università relegate a un ruolo marginale. A maggio 2024, il ministro Valditara aveva annunciato 85.000 posti di formazione online per docenti già in servizio, con moduli da 36, 40 o 48 CFU. Tuttavia, la partecipazione diretta degli atenei a questa offerta formativa risulta estremamente limitata. Alla scuola secondaria di secondo grado, ad esempio, sono stati assegnati solo 1800 posti agli atenei, lasciando intendere un modello a numero chiuso, con INDIRE come soggetto principale.

Un sistema in stallo, tra ritardi e incertezze

Nonostante i decreti siano datati aprile, a metà giugno i percorsi non sono ancora attivi, alimentando un clima di sfiducia e frustrazione tra i docenti interessati. La frattura tra MIM, INDIRE e atenei è evidente, con l’impressione che manchi una strategia condivisa e coerente. A fronte della disponibilità delle università a formare 52.000 docenti autonomamente, la loro esclusione operativa appare in contrasto con le esigenze del sistema scolastico. Inoltre, l’assenza di una tempistica chiara sulla partenza dei percorsi complica ulteriormente il quadro. Questo stallo ha generato forti reazioni da parte del mondo accademico, che chiede ora trasparenza e un’equa distribuzione delle risorse formative.

Verso un tavolo tecnico per ricomporre il conflitto

Di fronte al rischio di uno scontro istituzionale, il Ministero ha deciso di convocare un tavolo tecnico con INDIRE e i rappresentanti delle università. L’obiettivo è quello di riequilibrare il peso delle istituzioni coinvolte, riconoscendo alle università un ruolo centrale nella formazione dei docenti di sostegno. Questo passaggio potrebbe rappresentare una svolta decisiva per sbloccare la situazione e rendere finalmente operativi i percorsi previsti. Resta da chiarire se l’integrazione tra INDIRE e atenei sarà di tipo paritario o subordinato, ma l’apertura di un confronto formale segna comunque un cambio di passo rispetto all’impostazione iniziale.