Sostegno ignorato, Portuesi (Anief): 'Servono 100mila stabilizzazioni per valorizzare una professionalità invisibile'
Portuesi (Anief) chiede la stabilizzazione di 100mila docenti di sostegno e critica la riforma sul “docente per l’inclusione” senza risorse aggiuntive


Il segretario generale Anief, Giovanni Portuesi, denuncia le criticità strutturali del sistema scolastico nel trattamento degli insegnanti di sostegno. Con oltre 250mila docenti coinvolti, molti dei quali su posto in deroga, la sigla sindacale chiede stabilizzazione, riconoscimento economico e spazio contrattuale. Critiche anche alla nuova normativa sul docente “per l’inclusione”
Sostegno: una categoria dimenticata
Gli insegnanti di sostegno rappresentano oltre un quarto del personale scolastico italiano, ma continuano a vivere una condizione di precarietà e scarsa valorizzazione. È quanto denuncia Giovanni Portuesi, segretario generale Anief, che ha illustrato a Teleborsa i punti centrali del manifesto elaborato dal sindacato. “Registriamo grande sofferenza e insoddisfazione tra i docenti di sostegno”, ha spiegato, sottolineando come più della metà lavori su posti in deroga, ovvero non inseriti nell’organico di diritto.
Per Portuesi si tratta di una contraddizione inaccettabile, considerando l’importanza del ruolo e la formazione specialistica continua richiesta. Il sindacato chiede un piano di stabilizzazione di almeno 100mila docenti precari, così da rafforzare il sistema e garantire continuità agli alunni con disabilità. Parallelamente, si rivendica anche il riconoscimento economico del profilo: “Questi insegnanti sono iperspecializzati, è doveroso prevedere un’indennità aggiuntiva che tenga conto delle competenze richieste e della delicatezza del loro compito”.
Più diritti, più presenza, più tutele
Anief propone una riforma che dia centralità contrattuale e collegiale ai docenti di sostegno. Oggi spesso esclusi dalle decisioni chiave degli istituti, questi professionisti dovrebbero avere voce nella gestione delle risorse e nella progettazione educativa. “Chiediamo maggiore presenza nei collegi e nella contrattazione d’istituto – ha spiegato Portuesi – non possono essere considerati figure accessorie, ma parte integrante del corpo docente”.
Il segretario denuncia inoltre la contraddizione tra le competenze elevate richieste e l’assenza di un adeguato riconoscimento giuridico ed economico. Secondo Anief, lo scollamento tra l’enorme responsabilità educativa affidata agli insegnanti di sostegno e la loro reale tutela è ormai insostenibile. Per questo motivo, la proposta sindacale mira anche a ripensare il ruolo in chiave strutturale, superando logiche emergenziali che si ripetono ogni anno.
No al docente “per l’inclusione” senza investimenti
Portuesi ha espresso forte contrarietà rispetto alle recenti modifiche normative, in particolare alla norma che consente alle famiglie di scegliere il docente da confermare sul sostegno. “Una scelta che viola il merito e la professionalità degli insegnanti”, ha detto, sottolineando i rischi legati a un sistema che affida ai genitori poteri non previsti per altre figure scolastiche.
Critiche anche alla proposta di cambiare la denominazione da “insegnante di sostegno” a “docente per l’inclusione”. Per il sindacato, il cambiamento nominale risulta vuoto senza un investimento concreto in formazione, risorse e diritti. “Non basta cambiare nome se tutto resta a invarianza finanziaria”, ha avvertito Portuesi, accusando il governo e il Parlamento di non voler affrontare seriamente il nodo. L’inclusione, ha ribadito, non si fa a costo zero e non si costruisce senza valorizzare chi, ogni giorno, la rende possibile in classe.