Sostegno: il DDL CNEL contro la fuga degli insegnanti

Il CNEL propone una legge per garantire la continuità didattica agli alunni con disabilità, limitando il turnover nel sostegno e potenziando la formazione.

A cura di Scuolalink Scuolalink
24 ottobre 2025 11:00
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Il CNEL ha approvato un DDL per affrontare l'emergenza della continuità didattica nel sostegno scolastico. La proposta mira a fermare l'eccessivo turnover degli insegnanti, un problema che affligge alunni con disabilità. L'obiettivo è duplice: limitare la mobilità dei docenti specializzati e investire sulla formazione diffusa per tutti i docenti, non solo quelli di sostegno. L'inclusione diventa così una responsabilità condivisa da tutto il corpo docente.

Il DDL CNEL per la continuità del sostegno

L'Assemblea del CNEL (Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro) ha dato il via libera a un disegno di legge (DDL) destinato a incidere profondamente sull'inclusione scolastica in Italia, ponendo le basi per un sistema più stabile ed equo. La proposta legislativa, nata da un'analisi approfondita delle criticità attuali, si concentra sulla figura dell'insegnante di sostegno e mira a risolvere due delle problematiche più urgenti che affliggono quotidianamente gli alunni con disabilità: la cronica carenza di continuità didattica e la necessità di una formazione specialistica più capillare e condivisa.

L'iniziativa parte da un presupposto fondamentale, ribadito con forza dall'ente: l'inclusione non deve essere un evento fortuito o estemporaneo, magari dipendente dalla buona volontà dei singoli istituti o docenti, ma deve poggiare su basi giuridiche solide e su meccanismi operativi condivisi a livello di sistema nazionale. L'obiettivo dichiarato è trasformare l'approccio attuale, spesso frammentario e soggetto a interruzioni, in un percorso educativo strutturato, coerente e realmente personalizzato per ogni studente.

Stop al turnover: un diritto, non una concessione

Uno dei nodi cruciali affrontati dal DDL del CNEL è l'eccessivo turnover dei docenti specializzati sul sostegno. I dati ISTAT più recenti, richiamati nel dibattito, evidenziano un quadro statistico allarmante e inaccettabile: ben 68 alunni su 100 con disabilità sono costretti a cambiare il proprio insegnante di riferimento ogni singolo anno scolastico. La situazione, già grave, assume contorni ancora più critici per gli studenti con disabilità intellettive o relazionali, per i quali la stabilità della figura docente è ancora più determinante: quasi la metà di loro non riesce a mantenere lo stesso docente per l'intero anno.

Questa instabilità cronica genera "vite spezzettate", come denunciato dal consigliere CNEL Vincenzo Falabella, relatore della proposta. Gli alunni sono costretti a continui nuovi inizi, minando la possibilità di costruire quel percorso educativo personalizzato e sereno che è fondamentale per il loro apprendimento e la loro crescita. Il DDL introduce quindi interventi mirati per limitare la mobilità del personale, affermando un principio chiaro: la continuità didattica non è una concessione, ma un diritto fondamentale dello studente.

Formazione diffusa e valorizzazione del ruolo docente

Il secondo pilastro della proposta legislativa consiste in un investimento strutturale sulla formazione, intesa sia come preparazione iniziale per i nuovi docenti, sia come aggiornamento continuo in servizio per il personale già in ruolo. L'elemento considerato più innovativo e strategico è l'estensione di questa formazione specializzata sui temi dell'inclusione non solo ai docenti di sostegno, ma a tutti i docenti curriculari. L'idea di fondo è che l'intera comunità scolastica, e non solo il singolo specialista, debba acquisire le competenze pedagogiche e didattiche necessarie per rispondere ai bisogni educativi specifici di tutti gli alunni.

Come dichiarato da Falabella, l'inclusione efficace si basa sulla "corresponsabilità" e non può essere delegata. Per contrastare la tendenza diffusa a utilizzare il ruolo di sostegno come un "passaggio strumentale" per accedere più rapidamente all'insegnamento sul posto comune, il DDL prevede infine specifiche misure incentivanti e interventi normativi per contenere la mobilità verso altri insegnamenti. Si punta così a favorire la permanenza nel ruolo di sostegno, riconoscendone il valore e la specificità cruciale per una scuola davvero equa e aperta.

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