SPID a pagamento: anche Poste Italiane verso il canone annuale
Anche Poste Italiane verso lo SPID a pagamento? Un canone annuo di 5 euro potrebbe interessare 30 milioni di utenti. Ecco cosa cambia e le alternative.


Anche Poste Italiane valuta l'introduzione di un canone per il suo servizio SPID. Se l'indiscrezione fosse confermata, circa 30 milioni di utenti dovrebbero pagare una quota annuale. Questa mossa segue quella di altri gestori e potrebbe accelerare la transizione verso sistemi alternativi come la Carta d'Identità Elettronica, spinta dal governo.
Il futuro a pagamento dello SPID di Poste
L'ipotesi di uno SPID a pagamento anche per Poste Italiane sta prendendo sempre più corpo, seguendo una tendenza già avviata da altri provider. L'azienda, che gestisce il servizio Poste ID, è il principale attore del Sistema Pubblico di Identità Digitale. I dati aggiornati al 2024 parlano chiaro: con circa 28,7 milioni di credenziali attive su un totale di 40 milioni, Poste detiene una quota di mercato schiacciante, vicina al 72%. Questa posizione dominante rende evidente come ogni sua mossa possa condizionare l'intero ecosistema. L'indiscrezione, emersa da fonti di settore, indica un possibile canone annuo di 5 euro per mantenere attivo il proprio Poste ID, allineando di fatto l'offerta ai principali gestori di identità.
La tendenza del mercato e i costi di gestione
La possibile tariffa di Poste non rappresenta un'iniziativa isolata nel panorama dei provider di identità digitale. Il percorso verso un servizio a pagamento è stato infatti già intrapreso da altri importanti operatori del settore. Aruba, ad esempio, ha introdotto un canone di 4,90 euro più IVA a partire dal secondo anno. Una cifra simile è richiesta da InfoCert. Register.it propone invece una tariffa di 9,90 euro più IVA, con condizioni specifiche. La motivazione addotta da tutti i gestori è la medesima: i costi per la gestione, la manutenzione e, soprattutto, la sicurezza dei sistemi SPID sono diventati insostenibili in assenza di un supporto economico pubblico stabile e continuativo.
L'alternativa della CIE e l'impatto sui cittadini
Parallelamente, il governo italiano sta delineando una strategia differente per il futuro dell'identità digitale nazionale. La Carta d'Identità Elettronica (CIE) e l'imminente IT Wallet sono visti come gli strumenti principali per una gestione unificata e centralizzata. L'obiettivo a lungo termine è superare l'attuale frammentazione e ridurre la dipendenza dal sistema SPID. La lentezza nell'erogazione dei fondi del PNRR, attivati solo a marzo 2025, conferma questa direzione. L'introduzione di un canone per quasi 30 milioni di utenti Poste Italiane potrebbe quindi agire da catalizzatore, accelerando una transizione verso nuovi sistemi di autenticazione che altrimenti richiederebbe più tempo.