Stipendio, addizionali regionali e comunali: da Novembre stop alle trattenute
Le addizionali regionali e comunali terminano con lo stipendio di novembre. Ecco come funzionano le trattenute fiscali per docenti e ATA.
Lo stipendio di novembre segna l'ultima rata per le addizionali regionali e comunali per il personale scolastico. Queste trattenute fiscali locali, calcolate sull'imponibile dell'anno precedente, terminano questo mese. L'impatto sulla busta paga di docenti e ATA sarà visibile da dicembre, mese esente da questi prelievi, così come la tredicesima mensilità.
Stipendio: cosa sono e come funzionano le addizionali
Le addizionali regionali e comunali rappresentano una quota di imposta sul reddito (IRPEF) che i lavoratori dipendenti, inclusi docenti e personale ATA, versano agli enti locali. Queste imposte sono gestite direttamente dal datore di lavoro, che agisce come sostituto d'imposta, trattenendole dalla busta paga mensile. L'ammontare totale dovuto viene determinato in sede di conguaglio fiscale di fine anno, applicando le aliquote specifiche stabilite dalla Regione e dal Comune di domicilio fiscale del contribuente. Le aliquote non sono uniformi, poiché ogni ente ha facoltà di modularle entro limiti statali, potendo anche introdurre soglie di esenzione per i redditi più bassi.
Addizionali regionali e comunali: il meccanismo del saldo
La particolarità di queste imposte risiede nel fatto che le somme trattenute durante l'anno fiscale corrente si riferiscono sempre all'imponibile dell'anno precedente, come chiarito anche dall'esperto Francesco Sciandrone (Uil Scuola Rua). Il datore di lavoro, dopo aver calcolato l'importo totale del saldo dovuto in sede di conguaglio a dicembre, suddivide tale importo in un massimo di undici rate mensili. Queste rate vengono trattenute sullo stipendio a partire dal periodo di paga successivo, con il mese di novembre che rappresenta l'ultima scadenza di pagamento del saldo. Per la sola addizionale comunale si aggiunge un versamento in acconto (30% dell'imposta precedente), le cui rate terminano anch'esse a novembre.
Dicembre, tredicesima e cessazione del rapporto
Con l'ultimo versamento di novembre, la busta paga di dicembre e la tredicesima mensilità risulteranno libere da queste specifiche trattenute, portando a un leggero aumento del netto. Come precisato da Sciandrone, né lo stipendio di dicembre né la gratifica natalizia sono soggetti a questi prelievi rateizzati, in quanto il totale dovuto è già stato saldato. Nel caso in cui un lavoratore, docente o ATA, dovesse cessare il rapporto di lavoro, ad esempio per pensionamento tra settembre e dicembre, il prelievo si interrompe. L'eventuale importo residuo verrebbe saldato in sede di conguaglio di fine rapporto, poiché la competenza fiscale passa dal MEF all'ente previdenziale.