Strage di Corinaldo, Andrea Cavallari in fuga dopo la laurea: ma com’è scomparso?
Andrea Cavallari, condannato per la strage di Corinaldo, è scomparso dopo la laurea a Bologna scatenando polemiche sulla sorveglianza e indagini per evasione


Andrea Cavallari, 26 anni, condannato per la strage di Corinaldo, è fuggito dopo aver discusso la tesi all’Università di Bologna. Il permesso concesso per il diritto allo studio si è trasformato in una scomparsa che ha messo in allarme autorità giudiziarie e forze dell’ordine. La vicenda solleva dubbi sulle misure di sorveglianza applicate e accende nuove polemiche
Il permesso per la tesi e la fuga improvvisa di uno degli autori della strage di Corinaldo
Il 3 luglio 2025, Andrea Cavallari ha usufruito di un permesso temporaneo per discutere la tesi di laurea presso l’Università di Bologna. Il giovane, condannato in via definitiva a quasi 12 anni per la strage di Corinaldo del 2018, si è regolarmente presentato all’esame, ha ottenuto il titolo accademico e ha partecipato a un pranzo di festeggiamento con la madre, il patrigno e la nonna. Al termine, ha comunicato l’intenzione di incontrare la fidanzata, ma non ha fatto ritorno nel carcere della Dozza. Trascorse le dodici ore previste per legge, è stata formalizzata la denuncia di evasione e sono scattate le indagini. Nessun segnale premonitore aveva fatto pensare a una possibile fuga.
Le ricerche concentrate tra Bologna e Modena
Le forze dell’ordine, coordinate dalle procure di Bologna e Ancona, hanno avviato ricerche tra Emilia e Marche, ipotizzando un allontanamento volontario e organizzato. Anche la fidanzata di Cavallari è risultata irreperibile, sebbene non risultasse tra i contatti recenti del detenuto. Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha chiesto una relazione dettagliata per accertare se il permesso sia stato concesso con le necessarie cautele. Il caso ha sollevato polemiche sull’assenza di sorveglianza, considerata eccessivamente permissiva a fronte della gravità della condanna.
Il permesso non era premio ma diritto allo studio
Secondo quanto precisato dalla presidente del Tribunale di sorveglianza, il permesso non era un beneficio concesso per buona condotta, ma una misura finalizzata a tutelare il diritto allo studio, previsto dall’ordinamento penitenziario. Cavallari, secondo i documenti, non era stato ritenuto un soggetto a rischio evasione, essendosi sempre comportato correttamente durante la detenzione. Tuttavia, il patrigno ha criticato la scelta di non accompagnarlo con una scorta, definendola “troppo fiduciosa”, viste le responsabilità penali legate a una tragedia in cui persero la vita sei persone.
Appelli pubblici e riflessioni sul sistema
Il rettore dell’Università di Bologna ha confermato che in casi simili non è prevista la presenza della polizia penitenziaria, ma ha ammesso che la vicenda richiede una riflessione seria sul rapporto tra diritto allo studio e sicurezza. Il garante regionale dei detenuti ha sottolineato la necessità di percorsi di responsabilizzazione più efficaci, mentre Irma Conti, del Collegio del Garante, ha lanciato un appello pubblico a Cavallari affinché si riconsegni spontaneamente alle autorità. L’ipotesi che si tratti di una fuga definitiva non è esclusa, ma resta il dubbio se il sistema abbia sottovalutato un rischio prevedibile