Straining e turnover al Policlinico di Messina: condannati Università e Ospedale

Condannati Policlinico e Università di Messina per straining ai danni di un docente. Clima lavorativo teso e turnover critico in Urologia.

23 aprile 2025 22:08
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Il Tribunale del Lavoro di Messina ha condannato in solido il Policlinico e l’Università degli Studi a risarcire un ricercatore universitario, professore aggregato, vittima di straining mentre operava presso il reparto di urologia. La vicenda, culminata nella sentenza della giudice Valeria Totaro emessa a fine marzo, riconosce la responsabilità per una grave condizione di straining, ossia stress lavorativo forzato provocato da comportamenti vessatori, definito una forma attenuata di mobbing. La condotta contestata avrebbe costretto il docente a richiedere l’aspettativa e ha generato un danno non patrimoniale risarcito con quasi cinquantamila euro, oltre al rimborso delle spese legali.

Condotta vessatoria riconosciuta dal giudice

Il giudice del lavoro ha accertato che il ricercatore è stato vittima di una condotta sistematica di pressione psicologica da parte dei vertici dell'unità operativa complessa di urologia. Il comportamento dei superiori, pur non configurandosi come mobbing pieno, è stato sufficiente a generare un clima lavorativo insostenibile, portando il docente universitario a un allontanamento temporaneo dal servizio.

Una situazione non isolata nel reparto di urologia

La sentenza si inserisce in un contesto più ampio di tensioni e criticità all’interno del reparto di urologia del Policlinico di Messina, diretto dal professor Vincenzo Ficarra. Negli ultimi anni si sono susseguite diverse defezioni: solo nel 2022 si registrarono tre dimissioni in un mese, tra cui quella del professore associato Vincenzo Favilla e di altri dirigenti medici. Anche specializzandi hanno abbandonato l’unità, citando in almeno un caso motivazioni legate a un “ambiente non sereno e irrispettoso”.

Turnover continuo e clima professionale deteriorato

Il reparto, pur essendo sede di scuola di specializzazione, ha visto negli ultimi mesi ulteriori addii: a febbraio 2025 è andato via in anticipo un professore associato e dirigente medico per motivi personali, mentre per maggio è atteso l’abbandono di un altro dirigente. Il turnover continuo e le ripetute segnalazioni di malessere da parte del personale sembrano indicare una crisi strutturale che va oltre il singolo caso giudiziario.