Studentessa con disabilità esclusa dalla gita per l’assenza del sostegno: il problema dell’inclusione.
Una studentessa con sindrome di Down è stata esclusa da una gita scolastica, sollevando interrogativi sull’accessibilità per gli studenti con disabilità.


Un nuovo caso di esclusione scolastica solleva interrogativi sull’accessibilità delle attività extracurricolari per gli studenti con disabilità. Una studentessa con sindrome di Down è stata esclusa da una gita all’estero perché la docente di sostegno non era disponibile. La famiglia ha scoperto l’accaduto per puro caso, senza alcuna comunicazione preventiva da parte della scuola. Di fronte alla richiesta di spiegazioni, l’istituto ha addotto motivazioni organizzative e assicurative, rifiutando anche le soluzioni proposte dai genitori. L’episodio evidenzia come, nonostante le normative sull’inclusione scolastica, persistano barriere che ostacolano la piena partecipazione degli studenti con disabilità alla vita scolastica.
La posizione della scuola e il rifiuto delle alternative
Secondo la docente di sostegno, la mancata partecipazione della studentessa sarebbe dipesa dall’impossibilità di accompagnarla per motivi familiari. La spiegazione non ha convinto la madre, che si è offerta di sostituirla a proprie spese. Tuttavia, la scuola ha rifiutato questa soluzione, sostenendo che vi fossero limiti assicurativi.
Successivamente, l’istituto ha giustificato l’esclusione con la presunta eccessiva difficoltà del programma della gita, dichiarando che sarebbe stato troppo impegnativo per la ragazza. Anche in questo caso, la famiglia ha cercato un compromesso, proponendo alternative che sono state tutte respinte.
Inclusione scolastica e ostacoli pratici
Le gite scolastiche sono parte integrante del percorso educativo e devono prevedere la partecipazione di tutti gli studenti, comprese le persone con disabilità, come stabilito dalle normative nazionali e dalle convenzioni internazionali.
Tuttavia, difficoltà organizzative e carenze di personale spesso impediscono un’applicazione concreta del principio di inclusione. La mancanza di soluzioni flessibili e l’assenza di un approccio realmente inclusivo rischiano di trasformare l’organizzazione delle attività scolastiche in un meccanismo escludente, anche in assenza di una volontà discriminatoria esplicita.
Il caso riaccende il dibattito sulla necessità di maggiori tutele e risorse per garantire che ogni studente possa partecipare a tutte le esperienze scolastiche senza discriminazioni.