Supplenze temporanee: la scuola e la nuova norma

La Legge di Bilancio impone l'uso di personale interno per le supplenze temporanee. A rischio la continuità didattica nelle scuole.

A cura di Scuolalink Scuolalink
31 ottobre 2025 18:00
Supplenze temporanee: la scuola e la nuova norma - Stop Supplenze brevi
Stop Supplenze brevi
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La Legge di Bilancio modifica la gestione delle supplenze temporanee. La novità impone ai dirigenti scolastici di coprire le assenze brevi (fino a 10 giorni) con personale interno, l'organico dell'autonomia, anziché con supplenti esterni. Questa misura, che trasforma una possibilità in un obbligo, suscita forti preoccupazioni per la qualità dell'insegnamento e la continuità didattica.

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La modifica alla legge e le sue implicazioni

Il recente dibattito sulle supplenze temporanee nasce da una modifica prevista alla Legge 107/15 (la cosiddetta "Buona Scuola"). Specificamente, si interviene sul comma 85, art. unico, imponendo ai dirigenti scolastici l'obbligo di copertura delle assenze inferiori ai dieci giorni. Se prima il dirigente "poteva" usare personale dell'organico dell'autonomia, ora "deve" farlo, salvo motivate esigenze didattiche. Questa modifica legislativa sta generando forti discussioni nel mondo della scuola. La preoccupazione principale è che, per coprire un docente assente, si debba ricorrere a insegnanti interni non abilitati in quella specifica disciplina, compromettendo la qualità dell'offerta formativa.

I limiti dell'organico dell'autonomia

La soluzione individuata dal legislatore, ovvero l'organico dell'autonomia, presenta diverse criticità strutturali. Questo personale, introdotto originariamente per risolvere l'annoso problema delle graduatorie ad esaurimento, non sempre risponde alle reali necessità didattiche degli istituti. Spesso, le cattedre di potenziamento assegnate non sono coerenti con l'indirizzo di studi della scuola. Si verificano situazioni in cui istituti con specifiche esigenze formative (come i licei scientifici) ricevono docenti di potenziamento in discipline non affini. Di conseguenza, l'effettiva disponibilità di ore utili a sostituire i colleghi assenti con docenti della stessa materia (o almeno di materie affini) è molto ridotta, rendendo l'obbligo di sostituzione interna un serio problema gestionale.

Supplenze temporanee: modelli alternativi

Di fronte a un sistema di gestione delle supplenze percepito come complesso e inefficiente, emergono proposte per un cambio di approccio. Si valuta la possibilità di superare la logica dell'emergenza, guardando anche a modelli europei o a soluzioni passate del sistema italiano, come le "dotazioni aggiuntive" (L. 270/82), che funzionavano come un organico di potenziamento ante litteram più allineato alle esigenze didattiche. Una delle proposte sul tavolo è l'istituzione di un organico aggiuntivo stabile, assegnato alle scuole in base alle classi di concorso coerenti con l'offerta formativa. Questo personale non servirebbe solo per le sostituzioni, ma anche per attività di recupero e rafforzamento delle competenze.

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