Titoli di specializzazione conseguiti all'estero: Tar del Lazio condanna il MiM
Storica sentenza del Tar del Lazio facilita il riconoscimento dei titoli di specializzazione sul sostegno conseguiti all'estero, aprendo nuove prospettive.


Una docente abruzzese vince contro il Ministero dell'Istruzione, ottenendo una sentenza che apre la strada al riconoscimento dei titoli di specializzazione conseguiti all'estero. Il Tar del Lazio ha annullato il diniego ministeriale, stabilendo un precedente fondamentale per migliaia di insegnanti con titoli esteri.
La decisione del tribunale
Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha accolto il ricorso di un'insegnante, patrocinata dall'avvocato Salvatore Braghini, annullando il "no" del Ministero dell’Istruzione al riconoscimento di un titolo di sostegno ottenuto in Spagna. La sentenza si basa sulla giurisprudenza del Consiglio di Stato e della Corte di giustizia europea, ribadendo che la direttiva europea 2005/36/CE mira a facilitare il reciproco riconoscimento dei titoli, non a ostacolarlo. Il Ministero è stato quindi obbligato a riesaminare la richiesta della docente con criteri del tutto nuovi, focalizzati sull'equivalenza sostanziale della formazione acquisita.
Valutazione analitica e misure compensative
Il Ministero aveva inizialmente respinto la richiesta sostenendo che il titolo spagnolo non fosse abilitante in Spagna e presentasse "incolmabili differenze" con il percorso italiano. Il Tar ha definito queste argomentazioni "deboli" e "preconcette", chiarendo che una valutazione non può limitarsi a rilievi formali. La sentenza impone un'analisi concreta delle competenze e dell'esperienza professionale maturata in Italia. Aspetto cruciale è l'obbligo per l'amministrazione di considerare l'applicazione di misure compensative (come tirocini o corsi integrativi) per colmare eventuali lacune, invece di procedere con un diniego automatico.
La contraddizione del MiM e i principi europei sui titoli di specializzazione esteri
La decisione mette in luce una forte contraddizione nell'operato ministeriale. Come sottolineato dal legale, mentre da un lato si nega il riconoscimento per presunte differenze incolmabili, dall'altro lo stesso Ministero ha introdotto i cosiddetti "corsi Indire", percorsi integrativi pensati proprio per completare la formazione estera. Il Tar ha inoltre ribadito che un rifiuto incondizionato viola i principi europei sulla libera circolazione dei professionisti, rischiando di reintrodurre barriere tra gli Stati membri che il diritto comunitario si prefigge di superare.
La sentenza in sintesi
La sentenza del Tar rappresenta una svolta decisiva, obbligando il Ministero a una valutazione più approfondita e meno formale dei titoli esteri. Questo approccio dovrà tenere conto dell'esperienza maturata e prevedere misure compensative, allineando finalmente le procedure italiane ai principi di equità e libera circolazione sanciti dall'Unione Europea.