Tribunale di Brescia: multa da 15.000 euro ai due genitori per mancato controllo dei figli sui social
Responsabilità dei genitori e uso dei social: la sentenza del Tribunale di Brescia impone 15 mila euro di multa per mancata vigilanza su atti di cyberbullismo
Il Tribunale di Brescia, con la sentenza n. 879 del 5 marzo 2025, ha condannato due genitori al pagamento di un risarcimento di 15.000 euro in favore della vittima di cyberbullismo. La loro figlia, minorenne e con un lieve ritardo cognitivo, aveva creato falsi profili social per insultare e diffamare una compagna di classe. Le immagini manipolate, a contenuto pornografico, e gli insulti costanti avevano provocato un forte disagio psicologico nella vittima, al punto da impedirle di uscire di casa da sola.
I genitori della ragazza colpevole, pur avendo ricevuto avvisi dall’educatrice, non avevano attuato un controllo reale sull’uso dei dispositivi, violando i doveri di vigilanza previsti dal Codice Civile.
Come il Tribunale ha valutato la responsabilità dei genitori
Il giudice ha evidenziato l'importanza della responsabilità dei genitori nella gestione dell'accesso ai dispositivi digitali. Nonostante la presenza di un’insegnante di sostegno a scuola e di un’educatrice a casa, la minore aveva agito indisturbata online. Il Tribunale ha richiamato l'articolo 2047 del Codice Civile, che stabilisce come il risarcimento per i danni causati da incapaci ricada su chi ha il dovere di sorvegliarli. Nel caso specifico, i genitori non sono riusciti a dimostrare di aver fatto tutto il possibile per evitare il comportamento illecito della figlia, rendendo la prova liberatoria quasi impossibile da sostenere.
I limiti nel controllo dei dispositivi digitali dei figli
Il controllo genitoriale sui dispositivi digitali non può essere solo formale. La responsabilità dei genitori si concretizza in un’educazione consapevole all’uso della tecnologia e dei social media. Altri Tribunali, come quello di Termini Imerese (sentenza n. 304/2025), hanno confermato la stessa linea: non basta dire "non so usare questi strumenti". Occorre formarsi per trasmettere ai figli le competenze digitali di base e prevenire comportamenti dannosi. Il controllo, però, va esercitato con equilibrio: la sentenza n. 7470/2024 della Cassazione ha chiarito che i genitori possono limitare la privacy dei figli solo in presenza di un rischio concreto, proporzionando la vigilanza alla maturità del minore.
Educazione digitale come dovere familiare
In un contesto dove l’intelligenza artificiale rende sempre più facile la manipolazione di contenuti online, la responsabilità dei genitori assume un ruolo ancora più centrale. Prima di consegnare uno smartphone a un figlio, i genitori devono acquisire le competenze per gestirne l’uso. Non possono delegare completamente la vigilanza né ignorare i segnali di pericolo. Le sentenze del 2025 indicano un cambiamento chiaro: le famiglie devono diventare protagoniste attive nell’educazione digitale, consapevoli che le conseguenze di una supervisione assente possono essere pesanti, sia dal punto di vista civile che etico.