Tutela della privacy dei docenti nelle chat scolastiche su Whatsapp: i chiarimenti della Cassazione

La Corte di Cassazione tutela la privacy dei docenti nelle chat WhatsApp: il Dirigente Scolastico non può usare i messaggi privati per le sanzioni disciplinari.

30 marzo 2025 16:23
Tutela della privacy dei docenti nelle chat scolastiche su Whatsapp: i chiarimenti della Cassazione - Sentenza Corte di Cassazione
Sentenza Corte di Cassazione
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Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fatto chiarezza su un tema sempre più attuale nelle scuole italiane: il diritto alla privacy e alla libertà di espressione dei docenti all’interno delle chat scolastiche, in particolare quelle su WhatsApp.

Whatsapp e la tutela giuridica della privacy dei docenti

Secondo la Corte di Cassazione con pronuncia n. 5331/2025, pubblicata il 28 febbraio 2025, le comunicazioni tra dipendenti, anche se avvengono in gruppi WhatsApp aziendali o scolastici, rientrano nell’ambito della comunicazione privata e godono quindi di piena tutela giuridica. Questo principio, nato in ambito aziendale, è ritenuto applicabile anche al contesto scolastico: un Dirigente Scolastico, per esempio, non può utilizzare i messaggi scambiati nei gruppi per avviare provvedimenti disciplinari nei confronti dei docenti, a meno che non si tratti di contenuti offensivi, discriminatori o violenti.

WhatsApp a scuola: strumento informale, non ufficiale

Nelle scuole italiane sono presenti decine di gruppi WhatsApp, utilizzati per facilitare la comunicazione interna. Esistono gruppi per i collegi docenti, i consigli di classe, le attività del PNRR, l’orientamento, i dipartimenti, gli eventi, i laboratori e persino per gli assistenti tecnici e amministrativi. Tuttavia, è importante ricordare che questi canali non hanno valore ufficiale e la partecipazione è su base volontaria. I messaggi condivisi in queste chat non possono essere equiparati a comunicazioni istituzionali e non dovrebbero essere oggetto di controllo da parte del Dirigente Scolastico, anche quando lo stesso è presente nel gruppo.

Il diritto alla critica del docente è tutelato dalla legge

La sentenza della Cassazione sottolinea l’importanza di garantire il diritto alla critica costruttiva dei lavoratori nei confronti dell’organizzazione. Nel contesto scolastico, questo si traduce nella possibilità per i docenti di esprimere opinioni, anche critiche, sul funzionamento dell’istituto o sull’operato del Dirigente Scolastico, purché ciò avvenga in modo civile e rispettoso. Secondo la giurisprudenza, tale libertà si estende anche a forme espressive come l’ironia o la satira, finché rientrano nei limiti della liceità e della continenza. La critica non può essere censurata se non supera questi confini, nemmeno se denuncia disfunzioni organizzative.

Privacy, espressione e limiti d'intervento del dirigente

Il rispetto della privacy e della libertà di pensiero rappresenta un punto fermo nella relazione tra docenti e Dirigente Scolastico. La raccolta e l’utilizzo di screenshot delle chat private per fini disciplinari non solo viola il diritto alla riservatezza, ma può anche esporre il dirigente a conseguenze legali. Le sentenze dei tribunali, compreso quello di Reggio Calabria, confermano che anche una critica scomoda o pungente, se espressa correttamente, non può giustificare provvedimenti disciplinari. È fondamentale quindi che i dirigenti scolastici riconoscano i limiti del proprio intervento e agiscano nel rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori.