Università di Bari: frasi dure su studenti di Medicina

Medicina Bari: docente accusa studenti non liceali e over 25. Bernini condanna, ribadendo che università significa inclusione e merito.

07 ottobre 2025 11:07
Università di Bari: frasi dure su studenti di Medicina - Studenti Università Medicina
Studenti Università Medicina
Condividi

All’Università di Bari scoppia la polemica dopo le frasi di una docente del semestre filtro di Medicina. Le sue parole, giudicate offensive e discriminatorie, hanno suscitato l’indignazione di studenti e opinione pubblica, spingendo il ministro Anna Maria Bernini a intervenire con fermezza, ribadendo i valori di inclusione, rispetto e merito alla base del sistema universitario.

Dichiarazioni che scuotono il mondo accademico

Durante una lezione alla facoltà di Medicina dell’Università Aldo Moro di Bari, una docente del semestre filtro avrebbe pronunciato frasi ritenute fortemente discriminatorie nei confronti degli studenti. Secondo testimonianze raccolte, la professoressa avrebbe affermato che “solo chi proviene dal liceo classico o scientifico dovrebbe studiare Medicina”, aggiungendo che “chi inizia a 25 anni farebbe meglio a consegnare pizze”.
Le parole, pronunciate a conclusione di un ciclo di lezioni molto intenso, hanno immediatamente generato malumore tra gli studenti, molti dei quali hanno denunciato un clima di pressione eccessiva e giudizi offensivi. Le associazioni studentesche hanno definito l’episodio “un grave segnale di esclusione culturale e sociale”, chiedendo scuse pubbliche e un confronto diretto con la docente.

La replica del Ministero: università come spazio di inclusione

Le dichiarazioni hanno rapidamente raggiunto Roma, dove il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha espresso una condanna netta. “Sono parole inaccettabili – ha dichiarato – perché tradiscono la missione stessa dell’università, fondata sul rispetto, sull’inclusione e sulla valorizzazione del merito”.
La ministra ha ricordato che il semestre filtro nasce proprio per superare le barriere economiche e sociali legate ai vecchi test d’ingresso, offrendo una possibilità concreta a chi desidera accedere alla formazione medica senza dover ricorrere a costosi corsi privati. Bernini ha sottolineato che l’obiettivo della riforma è democratizzare l’accesso a Medicina, permettendo a ogni giovane di misurarsi sul campo, con pari opportunità di crescita e successo, indipendentemente dal percorso scolastico o dall’età.

L’appello agli atenei e il valore della formazione

Il ministro ha ribadito che “nessuno studente deve sentirsi escluso o umiliato nel suo diritto di studiare” e ha invitato l’Ateneo di Bari a fare chiarezza sull’accaduto. L’episodio, secondo Bernini, deve diventare occasione per rafforzare la cultura del rispetto e del dialogo all’interno delle università italiane, valorizzando il ruolo dei docenti come formatori e guide.
Nel dibattito riacceso da questa vicenda emergono questioni cruciali: il rapporto tra merito e inclusione, la gestione del nuovo modello di accesso a Medicina e il bisogno di una formazione che sappia unire competenza e umanità. L’università, come ha ricordato il ministro, “non può permettersi di perdere nessun talento”, e deve restare un luogo in cui ognuno possa trovare la propria strada senza pregiudizi né barriere sociali.

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail