Valeria Bruni Tedeschi, da scuola con le lacrime al volto di Eleonora Duse
Valeria Bruni Tedeschi interpreta Eleonora Duse a Venezia. Tra lacrime a scuola, lettere intime e fastidio per D’Annunzio, emerge un ritratto profondo


Nel film di Pietro Marcello in concorso a Venezia, Valeria Bruni Tedeschi interpreta Eleonora Duse, icona del teatro moderno. Un ruolo che nasce da una profonda immedesimazione, tra ricordi d'infanzia e lettere intime, in un percorso personale che rifugge la biografia classica per toccare l’essenza della “Divina”
La “Divina” rivive attraverso un incontro intimo
Valeria Bruni Tedeschi veste i panni di Eleonora Duse nel nuovo film di Pietro Marcello, presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. L’attrice, nota per la sua sensibilità e la sua intensità interpretativa, ha dichiarato di aver affrontato il ruolo come un incontro più che una rappresentazione, cercando un contatto diretto con la figura dell’attrice. «Non volevo imitarla o raccontarla, ma parlarle, ascoltarla», ha spiegato, sottolineando l’intento lontano dal classico biopic. Il film si concentra sugli ultimi anni di vita della Duse, restituendone la complessità anche attraverso materiale d’archivio e le lettere scritte alla figlia, una chiave d’accesso privilegiata all’animo della “Divina”.
Valeria Bruni Tedeschi: lacrime a scuola e il fastidio per D’Annunzio
La fragilità e la profondità emotiva della Duse hanno trovato un riflesso autobiografico nella Bruni Tedeschi. In un’intervista al Corriere della Sera, ha ricordato un episodio della scuola elementare: «Il maestro portava la spugna per asciugare le mie lacrime, piangevo anche per un 7 meno». Un’aneddoto che racconta una sensibilità precoce e che l’attrice sente vicina a quella della Duse. Nonostante abbia letto venti libri sulla grande interprete, il punto di svolta è arrivato grazie alle lettere alla figlia, mentre i testi del Vate, Gabriele D’Annunzio, le risultavano “noiosi”. Una posizione chiara, che sposta l’attenzione dal mito della coppia alla dimensione umana e intima di una donna straordinaria.
Una carriera intensa tra cinema e autobiografia
Nata a Torino nel 1964, Valeria Bruni Tedeschi si trasferisce a Parigi a nove anni per fuggire al clima di tensione degli anni di piombo. Sorella maggiore di Carla Bruni, si forma in Francia sotto la guida di Patrice Chéreau, che la dirige nel film Hôtel de France (1987). Nel tempo, costruisce una carriera ricca e articolata tra Italia e Francia, conquistando quattro David di Donatello e un Premio César. I suoi ruoli prediligono personaggi fragili, complessi, spesso tormentati, e si è distinta anche come regista e sceneggiatrice, con titoli dal taglio autobiografico come È più facile per un cammello… (2003) e Un castello in Italia (2013). Accanto alla carriera artistica, ha vissuto una relazione importante con l’attore Louis Garrel, con cui ha adottato una figlia, confermando una vita e una poetica segnate da intensità emotiva e profondità umana.