Valutazione scolastica, tra numeri e persone: la provocazione di Enrico Galiano

La valutazione scolastica secondo Enrico Galiano: una riflessione sulla media aritmetica e il bisogno di un sistema più umano, equo e motivante per gli studenti

03 giugno 2025 19:16
Valutazione scolastica, tra numeri e persone: la provocazione di Enrico Galiano - Enrio Galiano
Enrio Galiano
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La riflessione del docente e scrittore Enrico Galiano riapre un tema cruciale del mondo scolastico italiano: il senso e il valore della valutazione scolastica. Al centro della discussione, la prassi della media aritmetica dei voti, considerata da molti come uno strumento oggettivo, ma da altri, come Galiano, un meccanismo spersonalizzante. La sua provocazione, alimentata da un video virale e da un articolo pubblicato su Il Libraio, ha sollevato reazioni contrastanti da parte di docenti, genitori e studenti.

La provocazione di Galiano: “La media non è democratica”

Enrico Galiano non usa mezzi termini: “La media non è democratica, è impersonale”. Con questa affermazione forte, paragonando la valutazione scolastica al dare “lo stesso prezzo al crudo di San Daniele e alla mortadella”, il docente sfida uno dei cardini del sistema educativo. Secondo lui, racchiudere l’intero percorso formativo di uno studente in un semplice calcolo aritmetico è una distorsione dell’apprendimento stesso. “L’apprendimento non è lineare, non è costante, non è equo. È umano”, afferma Galiano, sottolineando che ogni percorso è fatto di inciampi, slanci, progressi inattesi e fasi di stallo. La media, in questo senso, risulterebbe cieca di fronte a questa complessità. A sostegno della sua tesi porta un esempio celebre e suggestivo: la Nazionale italiana di calcio del 1982. “Un girone pessimo, poi il trionfo mondiale. Dareste 7 di media a quell’Italia?” si chiede, ironico.

Le reazioni dei docenti: tra idealismo e pragmatismo

La riflessione di Galiano ha suscitato un acceso dibattito tra colleghi insegnanti. Molti riconoscono la validità delle sue argomentazioni, ma evidenziano le difficoltà pratiche di una valutazione “umana” in un sistema che pretende oggettività. Un docente di lingua straniera osserva che “le valutazioni non seguono mai un processo ascendente, ma sono altalenanti”, e mette in guardia dal rischio che una sufficienza finale cancelli le lacune precedenti.

Un altro collega denuncia il pragmatismo con cui alcuni studenti affrontano il sistema scolastico: “I miei allievi mirano al 5,80, sanno che diventerà 6 automaticamente”. Questo comportamento riflette un approccio calcolato e disilluso, che sfrutta le regole aritmetiche della valutazione più che impegnarsi in un apprendimento profondo. Il docente conclude con amarezza: “O si elimina il sistema di valutazione lasciando giudizio insindacabile al prof, oppure si fa della media un segno preciso del livello raggiunto”.

L’intervento dei genitori: “Mettetevi d’accordo”

Anche le famiglie si inseriscono nel confronto, lamentando l’incoerenza del sistema. “Professori che fanno la media, professori che non la fanno, professori che valutano dal 2 al 9. Mettetevi d’accordo!”, è lo sfogo di un genitore che denuncia la mancanza di uniformità nelle modalità di valutazione anche all’interno dello stesso istituto. Questa discrezionalità, se da un lato potrebbe rappresentare un tentativo di personalizzazione, dall’altro genera confusione e frustrazione, soprattutto per chi cerca di comprendere le logiche scolastiche per supportare i figli nel loro percorso.

Valutazione scolastica: tra etica educativa e responsabilità

Galiano non arretra e insiste sul valore formativo della valutazione. “Valutare è un atto educativo”, scrive, “può spegnere o accendere la motivazione di uno studente”. La sua proposta è quella di considerare il punto di arrivo, il miglioramento, più che il percorso fatto di alti e bassi. Ma non tutti concordano. Alcuni docenti fanno notare che spesso le insufficienze iniziali sono dovute a scarso impegno, e che un buon voto finale può essere frutto della paura di una bocciatura più che di un reale apprendimento. Il rischio, secondo loro, è quello di premiare strategie e non crescita.

Valutazione scolastica: tra utopia e riforma possibile

Il dibattito sollevato da Enrico Galiano mette in luce una tensione ormai cronica tra idealismo educativo e realismo scolastico. Da un lato, l’aspirazione a una scuola che riconosca il valore unico di ogni studente; dall’altro, la necessità di strumenti chiari, condivisi e difendibili. Forse la vera sfida sta nel trovare una nuova sintesi: una valutazione che sappia essere giusta senza essere cieca, umana senza essere arbitraria.

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