Violenza a scuola a Grosseto, CNDDU: 'Serve un piano contro il disagio giovanile'

Il CNDDU analizza la violenza a scuola come sintomo di disagio profondo: servono psicologi, educazione emotiva e supporto per i docenti.

A cura di Scuolalink Scuolalink
17 novembre 2025 13:30
Violenza a scuola a Grosseto, CNDDU: 'Serve un piano contro il disagio giovanile' - Coordinamento Nazionale Docenti
Coordinamento Nazionale Docenti
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L'episodio di Grosseto riaccende i riflettori sulla violenza a scuola. Il CNDDU esprime solidarietà alla vicepreside, sottolineando come tale gesto nasca da un disagio giovanile trascurato. Servono interventi strutturali immediati per garantire sicurezza e benessere psicologico a docenti e studenti.

Grosseto, vicepreside colpita da uno studente: chiesti interventi urgenti contro la violenza nelle scuole

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profondo sconcerto e viva solidarietà nei confronti della vicepreside del liceo classico di Grosseto, colpita con un pugno da uno studente quindicenne l’11 novembre scorso. L’episodio, riportato dagli organi di stampa, non rappresenta soltanto un atto di violenza grave e ingiustificabile, ma costituisce un ulteriore segnale del malessere latente che attraversa una parte significativa della popolazione studentesca e, più in generale, della fragilità del sistema educativo nel suo complesso.

La circostanza che la docente si fosse avvicinata al ragazzo per verificare le sue condizioni, trovandolo in uno stato descritto come confuso e disorientato, evidenzia un paradosso doloroso: il tentativo di cura e ascolto da parte della scuola si è trasformato in un momento di pericolo per chi stava esercitando una funzione educativa responsabile. Tale dinamica impone una riflessione profonda sul crescente carico emotivo e gestionale che grava sugli insegnanti, costretti a fronteggiare situazioni di disagio sempre più complesse senza strumenti adeguati e senza un supporto istituzionale strutturato.

Il CNDDU ribadisce con fermezza che la violenza contro il personale scolastico non può essere tollerata né normalizzata. Ogni episodio mina il patto educativo tra scuola, famiglia e studenti, incrina la fiducia e altera la serenità dell’ambiente di apprendimento. Tuttavia, la condanna non deve limitarci a un atteggiamento difensivo: è indispensabile comprendere e prevenire le radici del disagio, dotando la scuola di risorse, figure e competenze capaci di leggere i segnali di sofferenza e intervenire tempestivamente.

Il caso di Grosseto si inserisce in un quadro nazionale in cui adolescenti e preadolescenti manifestano con crescente frequenza difficoltà emotive, comportamentali e relazionali. La pandemia, l’iperconnessione digitale, la solitudine relazionale, la fragilità dei contesti familiari e la mancanza di spazi di espressione autentica hanno contribuito a generare un clima di insicurezza interiore che non può essere ignorato. La scuola, troppo spesso lasciata sola, si trova a fungere da ammortizzatore sociale senza poter contare su un vero sistema integrato di supporto psicologico e pedagogico.

In una prospettiva di diritti umani, violenza e disagio non vanno letti come episodi isolati ma come indicatori di un contesto sociale che fatica a prendersi cura dei più giovani, a valorizzarne le competenze emotive e a garantire loro opportunità di crescita equilibrata.

Alla luce dei fatti, il CNDDU propone un piano di intervento strutturato che contempli non solo misure di prevenzione della violenza, ma anche la promozione attiva del benessere psicofisico degli studenti e la tutela della dignità dei docenti:

  • Creazione di Équipe Multidisciplinari Stabili nelle scuole, composte da psicologi, pedagogisti, mediatori culturali e counselor scolastici, presenti in modo continuativo e non episodico.

  • Adozione di Protocolli di Osservazione del Disagio che permettano al personale di individuare tempestivamente comportamenti anomali e segnali di sofferenza emotiva, per intervenire prima che esplodano situazioni di rischio.

  • Corsi obbligatori di Educazione Emotiva e alla Nonviolenza, integrati nei curricoli scolastici, per rafforzare l’intelligenza emotiva degli studenti, la capacità di gestire conflitti e frustrazioni, e la cultura del rispetto reciproco.

  • Formazione specifica per i docenti su gestione dei conflitti, comunicazione empatica, riconoscimento dei segnali di disagio psicologico e dinamiche di gruppo.

  • Potenziamento del Patto Educativo di Corresponsabilità, coinvolgendo attivamente le famiglie in percorsi condivisi e incontri periodici sulla prevenzione del disagio giovanile e sull’uso consapevole delle tecnologie digitali.

  • Creazione di spazi di parola per gli studenti, come sportelli di ascolto, assemblee tematiche, laboratori di narrazione, che offrano ai giovani un ambiente sicuro per esprimere emozioni, dubbi e vissuti complessi.

  • Attivazione di laboratori di cittadinanza attiva e service learning, che rafforzino il senso di responsabilità sociale e la percezione della comunità come luogo di cooperazione e sostegno reciproco.

Il CNDDU auspica che il grave episodio di Grosseto solleciti una reazione responsabile e costruttiva da parte delle istituzioni, affinché la scuola non rimanga un presidio lasciato alla buona volontà dei singoli, ma torni a essere un luogo dove diritti, dignità e sicurezza siano garantiti quotidianamente.

Esprimiamo massima vicinanza alla docente aggredita, alla comunità scolastica coinvolta e a tutti i docenti che, nonostante le difficoltà, continuano a incarnare i valori fondamentali del dialogo, della cura e del rispetto.

prof. Romano Pesavento, presidente CNDDU

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