Violenza giovanile: l'appello del giudice Aiello a Valditara

Il CNDDU sostiene l'appello per un piano educativo nazionale contro la violenza giovanile, la dispersione scolastica e la povertà educativa.

A cura di Scuolalink Scuolalink
20 ottobre 2025 07:00
Violenza giovanile: l'appello del giudice Aiello a Valditara - Coordinamento Nazionale Docenti
Coordinamento Nazionale Docenti
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L'allarme sulla violenza giovanile lanciato dal giudice Aiello scuote le coscienze. Il CNDDU interviene, sottolineando l'urgenza di una risposta educativa e non solo repressiva. Di fronte alla dispersione scolastica e alla povertà educativa, serve un'azione coordinata per la rinascita della scuola.

Palermo, l’appello del giudice Aiello: chiesto al Ministro Valditara un piano nazionale per la rinascita educativa e contro la violenza giovanile

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) accoglie con profonda attenzione e senso di responsabilità le parole del giudice Nicola Aiello del Tribunale per i minorenni di Palermo, che hanno riportato al centro del dibattito pubblico una questione ormai non più rinviabile: l’emergenza educativa e la crescente violenza giovanile che affliggono molte aree del Paese. Quelle parole non sono una denuncia isolata, ma il segno di una ferita collettiva che chiama tutti – istituzioni, famiglie, scuola, società civile – a un’azione coordinata e coraggiosa.

In un contesto in cui, secondo l’ISTAT, la dispersione scolastica nel Sud Italia supera il 20% e la povertà educativa riguarda più di un terzo dei minori, è evidente che il problema della violenza non può essere affrontato solo in chiave repressiva. Dove la scuola arretra, cresce il vuoto, e in quel vuoto si insinua la criminalità, l’emarginazione, la sfiducia. È per questo che il CNDDU ribadisce la necessità di un nuovo modello educativo fondato sull’inclusione, sull’ascolto e sulla responsabilizzazione dei giovani, capace di coniugare il rigore con l’empatia, la disciplina con l’umanità.

La scuola deve tornare ad essere il centro vivo della comunità, un luogo in cui si coltiva la consapevolezza di sé e dell’altro, in cui si impara a riconoscere le emozioni e a trasformare la rabbia in progettualità. Servono più tempo scuola, più cultura, più educazione civica reale, più presenza di figure di supporto psicologico e sociale che accompagnino i ragazzi nel loro percorso di crescita. L’educazione ai diritti umani deve diventare la bussola etica della formazione, una pratica quotidiana che aiuti a comprendere il valore della legalità e della solidarietà come strumenti di libertà e giustizia.

Il CNDDU invita il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ad avviare un percorso di riforma che riconosca la funzione della scuola come principale argine contro la violenza. È urgente costruire un piano nazionale di prevenzione fondato su una reale alleanza educativa tra scuola, magistratura minorile, enti locali e terzo settore, che garantisca interventi tempestivi nelle situazioni di disagio e valorizzi le esperienze positive già presenti nei territori.

Occorre ripensare le politiche scolastiche con una visione a lungo termine, restituendo dignità e centralità alla professione docente, sostenendo le famiglie più fragili e trasformando gli istituti in presidi permanenti di educazione e cultura, aperti oltre l’orario tradizionale. Solo un sistema educativo solido, equo e radicato nella comunità può sottrarre i giovani all’influenza della violenza e della criminalità, restituendo loro la possibilità di scegliere la vita, non la sopraffazione.

La vera sicurezza nasce dall’educazione, non dalla paura. La violenza si disarma con la cultura, la parola, la fiducia. Palermo e tutte le città italiane meritano di rinascere attraverso una scuola che torni ad essere il cuore pulsante della democrazia e il primo strumento di libertà.

prof. Romano Pesavento, presidente CNDDU

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