Violenza nei campi giovanili di Ischia: l'appello urgente del CNDDU

L'episodio di violenza nei campi giovanili di Ischia evidenzia l'urgenza di educare allo sport come lezione di cittadinanza e rispetto.

A cura di Scuolalink Scuolalink
11 novembre 2025 16:00
Violenza nei campi giovanili di Ischia: l'appello urgente del CNDDU - Coordinamento Nazionale Docenti
Coordinamento Nazionale Docenti
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L'episodio di violenza nei campi giovanili di Ischia, una rissa durante una partita Under 16, è un campanello d'allarme. Questo evento impone una riflessione sulla deriva dello sport giovanile, spesso trasformato da palestra di vita in arena di aggressività. È necessaria una risposta educativa forte e condivisa.

Violenza nei campi giovanili di Ischia un richiamo urgente alla cultura del rispetto: lo sport come lezione di cittadinanza

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profonda preoccupazione per l’episodio di violenza verificatosi a Ischia, presso il campo sportivo San Leonardo di Panza, durante l’incontro Under 16 tra ASD Barano Calcio Academy e ASD Emanuele Troise, sospeso a seguito di una rissa scaturita da un fallo di gioco.

Un evento che, purtroppo, si aggiunge a una catena di episodi analoghi e che impone una riflessione urgente sulla deriva che attraversa lo sport giovanile e, più in generale, la cultura educativa del nostro Paese.

Lo sport, che dovrebbe essere palestra di vita, strumento di emancipazione e veicolo di valori condivisi, sembra spesso trasformarsi in un’arena dove prevalgono aggressività, rancore e scarsa capacità di autocontrollo. Questa distorsione riflette un malessere sociale e familiare più profondo: troppo spesso i giovani assorbono modelli di competizione esasperata e di successo a tutti i costi, alimentati da un contesto che premia la vittoria più che l’impegno e la correttezza.

Il CNDDU invita pertanto a ripensare la cultura dello sport non solo come pratica fisica o agonistica, ma come dimensione etica, educativa e civica. Lo sport, se vissuto correttamente, può diventare uno strumento straordinario per insegnare i diritti umani, il rispetto delle regole, la gestione delle emozioni e il riconoscimento dell’altro come persona e non come avversario.

La rissa di Panza non è semplicemente un incidente di percorso, ma un campanello d’allarme che richiama le istituzioni, le scuole e le società sportive a un impegno condiviso per ricostruire una pedagogia del rispetto.

In questo senso, il potenziamento dell’educazione civica nelle scuole rappresenta un passaggio imprescindibile. È necessario che la materia diventi non solo un insieme di nozioni, ma un’esperienza concreta di partecipazione, cooperazione e responsabilità. Le ore dedicate all’educazione civica dovrebbero includere attività di educazione emotiva, mediazione dei conflitti e cultura sportiva consapevole, favorendo la collaborazione tra docenti, allenatori e psicologi dello sport.

Il Coordinamento propone inoltre la creazione di laboratori interdisciplinari che uniscano educazione civica e attività motorie, dove il linguaggio del corpo si coniughi con quello dei valori: rispetto, empatia, solidarietà, senso della comunità. Solo così si potrà restituire ai giovani il significato più autentico della competizione: migliorarsi senza annientare l’altro.

Ogni episodio di violenza sui campi minori rappresenta una sconfitta collettiva: della scuola, delle famiglie, delle società sportive e delle istituzioni. Ma può anche diventare un punto di partenza per un cambiamento reale, se sapremo trasformare l’indignazione in responsabilità educativa.

Il CNDDU rinnova dunque il proprio impegno affinché lo sport torni a essere non il terreno della rabbia, ma il luogo dell’incontro e del riconoscimento reciproco, dove ogni giovane impari che giocare insieme significa prima di tutto vivere insieme.

prof. Romano Pesavento, presidente CNDDU

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