Voto in condotta alla maturità: cresce la protesta degli studenti in tutta Italia

Il voto in condotta influenzerà l’ammissione alla maturità 2025: monta la protesta nelle scuole d'Italia. Da Bologna a Roma, gli studenti contro la nuova norma.

02 aprile 2025 19:11
Voto in condotta alla maturità: cresce la protesta degli studenti in tutta Italia - Esame di Maturità 2025
Esame di Maturità 2025
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Il voto in condotta torna al centro del dibattito scolastico, suscitando un’ondata di proteste tra gli studenti delle scuole superiori. A partire da Bologna, dove in pochi giorni sono state raccolte 10.000 firme per chiedere l’annullamento delle sospensioni e del "6 in condotta" inflitto agli studenti del liceo classico Minghetti, protagonisti di un’occupazione durata pochi giorni. La contestazione riguarda le nuove disposizioni del Ministero dell’Istruzione, che legano il voto in condotta all’ammissione e alla valutazione dell’esame di maturità.

Nuove regole per la maturità 2025: il peso del voto in condotta

Con l’ordinanza firmata dal ministro Giuseppe Valditara, entra in vigore da giugno una norma che modifica i criteri di ammissione all’esame di Stato. Solo gli studenti con un voto di condotta pari o superiore a 9 potranno accedere al punteggio massimo nei crediti scolastici. Chi ottiene un voto inferiore a 6 sarà automaticamente escluso dall’esame, mentre chi riceve un 6 in condotta dovrà presentare un elaborato su temi di cittadinanza attiva e solidale, predisposto dal consiglio di classe. Una misura che non riguarda solo i casi di bullismo o violenza, ma colpisce anche chi ha partecipato a proteste scolastiche e occupazioni, generando un clima di tensione.

Le reazioni degli studenti: “Un modo per zittire le proteste”

A Milano, i collettivi studenteschi si preparano a mobilitarsi. Ettore C., 17 anni, studente del liceo scientifico Leonardo da Vinci, denuncia: «Dare così tanto peso al voto in condotta non è giusto. Questa stretta serve solo a scoraggiare le proteste». Dopo un’occupazione, lui e un compagno rischiano provvedimenti disciplinari. In caso di valutazione negativa, potrebbero dover consegnare l’elaborato previsto dalla nuova norma, anche se nessuno, affermano, «ha spiegato con chiarezza cosa comporti». Il nodo centrale non è il compito in sé, ma il significato simbolico che rappresenta: un deterrente alla partecipazione attiva e critica nella scuola.

Roma e Bologna in fermento: tra sanzioni, sit-in e scioperi

Anche a Roma la situazione è tesa. Al liceo Virgilio, 14 studenti rischiano sanzioni dopo un’occupazione che, secondo la scuola, ha causato 85.000 euro di danni. Tre studenti hanno già deciso di trasferirsi, temendo la bocciatura. Il collettivo ha risposto con un sit-in di protesta, accusando la dirigenza di voler lanciare un messaggio intimidatorio: «Non esporti, non partecipare». Stessa dinamica al liceo Manara, dove il preside ha annunciato l’abbassamento dei voti in condotta per chi ha preso parte all’occupazione. Intanto, a Bologna, al Minghetti, ex studenti e numerosi genitori sostengono la causa degli alunni: le 10.000 firme raccolte saranno consegnate in prefettura, mentre il 4 aprile è previsto uno sciopero cittadino delle scuole superiori.