Accorpamento scuole di Como: scoppia la protesta bipartisan contro il sindaco

Il crollo nascite (-26%) spinge il sindaco di Como all'accorpamento scuole. Politici e famiglie in piazza contro la chiusura degli istituti.

A cura di Scuolalink Scuolalink
27 ottobre 2025 08:30
Accorpamento scuole di Como: scoppia la protesta bipartisan contro il sindaco - Dimensionamento scolastico
Dimensionamento scolastico
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Il piano di accorpamento scuole a Como, voluto dal sindaco Alessandro Rapinese, accende il dibattito. La causa è il calo demografico record: -26% di nascite in provincia negli ultimi 8 anni. La riorganizzazione prevede la fusione di istituti come la "Fulcieri Paulucci de Calboli" a Ponte Chiasso, scatenando la protesta di famiglie e politici. Il sindaco difende la scelta per ottimizzare le risorse e gestire le classi vuote.

La protesta di Ponte Chiasso e la reazione politica

La scintilla della protesta si è accesa a Ponte Chiasso, area di confine comasca prima della dogana svizzera. Qui, la scuola "Fulcieri Paulucci de Calboli" è finita nel mirino del piano di riorganizzazione. Genitori e residenti hanno manifestato timore per la chiusura, affiggendo cartelli emblematici: «I bambini sono vite, non parcheggi». Tuttavia, a scendere in piazza è stato soprattutto un fronte politico trasversale, che ha unito esponenti dalla Lega al Partito Democratico, passando per Azione. L'obiettivo comune: criticare il sindaco Alessandro Rapinese e il suo piano di "rivoluzionare" la mappa degli istituti. La replica del primo cittadino non si è fatta attendere, definendo la manifestazione un "flop", sottolineando la scarsa presenza di famiglie rispetto ad attivisti e giornalisti.

Accorpamento scuole Como: la spinta del crollo nascite

Alla base del piano di accorpamento scuole a Como ci sono dati difficili da ignorare. I dossier statistici evidenziano un crollo delle nascite in provincia del 26% negli ultimi otto anni. Questo calo demografico non è un'astrazione, ma si traduce in classi vuote e istituti sovradimensionati. La provincia, specialmente nelle aree interne, vive un fenomeno di spopolamento acuto. Almeno otto paesi, tra cui Cavargna, Veleso e Cremia, hanno visto dimezzare i propri residenti dal dopoguerra. È uno scenario di progressivo svuotamento che minaccia la sopravvivenza stessa delle comunità, rendendo la difesa del "campanile" difficile di fronte all'ineluttabile realtà numerica. La crisi delle vocazioni, che costringe i sacerdoti a gestire più parrocchie, è un parallelo calzante di questa desertificazione sociale.

La strategia del sindaco e il caso della scuola Corridoni

Le critiche al piano Rapinese sono variegate. Fratelli d’Italia denuncia il rischio di "desertificazione materiale e morale", sostenendo che togliere una scuola significa scavare un vuoto nella comunità. L'istituto di Ponte Chiasso, erede dell'impegno sociale di don Renzo Beretta, è visto non solo come luogo didattico, ma come centro di aggregazione e volontariato. Ma nel piano figura anche la centralissima scuola Corridoni. I leghisti ne deplorano la chiusura, ma la strategia del sindaco mira a "omogeneizzare la presenza di alunni", trasferendo gli studenti della Corridoni (vicina allo stadio e ai futuri progetti di sviluppo urbano) nella vicina via Borgovico. Gli alunni di Ponte Chiasso, invece, verrebbero destinati a Monte Olimpino o Sagnino.

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