Aggressione al vicepreside nel casertano: arriva la sentenza che condanna il genitore
Il Tribunale infligge 1 anno e 8 mesi per l'aggressione al vicepreside, vittima di uno scambio di persona e false accuse.
Una sentenza esemplare chiude il caso dell'aggressione al vicepreside avvenuta in un istituto del Casertano. Il Tribunale ha inflitto 1 anno e 8 mesi di reclusione a un genitore, colpevole di aver picchiato brutalmente il docente per un drammatico scambio di persona. I giudici hanno riconosciuto l'aggravante del Pubblico Ufficiale, negando la sospensione della pena per tutelare la sicurezza del personale scolastico.
La sentenza e il riconoscimento del Pubblico Ufficiale
La decisione dei magistrati segna un precedente importante nel contrasto agli episodi di violenza sempre più frequenti tra le mura scolastiche. Il Tribunale ha emesso una condanna ferma, negando il beneficio della pena sospesa all'imputato, a causa della particolare brutalità dell'azione commessa. Un aspetto cruciale della sentenza è il riconoscimento dell'aggravante specifica legata alla funzione svolta dalla vittima: l'atto violento non è stato valutato come una lite tra privati, bensì come un reato commesso contro un Pubblico Ufficiale. Questa qualificazione giuridica ha incrementato la severità del trattamento sanzionatorio, ribadendo la necessaria intoccabilità dei docenti nell'esercizio delle loro delicate funzioni educative e istituzionali.
La dinamica dell'aggressione al vicepreside per errore
La ricostruzione dettagliata degli eventi ha fatto emergere contorni surreali, nati da un gravissimo equivoco di fondo. L'imputato ha agito sull'onda di false accuse di molestie rivolte a un altro insegnante, voci di corridoio che si sono poi rivelate del tutto infondate e calunniose. In un clima di caos e tensione, il genitore ha individuato erroneamente il bersaglio della sua rabbia, rendendosi protagonista di una violenta aggressione vicepreside. La vittima è stata colpita mentre lavorava, pagando fisicamente per colpe inesistenti attribuite ad altri. Questo drammatico scambio di persona sottolinea i pericoli derivanti dalle reazioni impulsive e dalla mancanza di un dialogo costruttivo tra le famiglie e l'istituzione scolastica.
Le lesioni gravi smentiscono la tesi difensiva
Durante il dibattimento in aula, la difesa ha cercato invano di ridimensionare l'episodio descrivendolo come un banale scatto d'ira limitato a un "semplice schiaffo". Tuttavia, i riscontri oggettivi e documentali hanno raccontato una realtà ben diversa. I referti ospedalieri hanno attestato danni fisici rilevanti, con una prognosi di guarigione di ben ottanta giorni dovuta a seri traumi oculari. Le dichiarazioni dei testimoni oculari sono state decisive per confutare la versione dell'imputato, confermando la furia dei colpi inferti al volto del docente. La sentenza rende giustizia alla vittima, sanzionando severamente chi ricorre alla forza bruta provocando gravi conseguenze alla salute e all'integrità del personale scolastico.