Aumento dell'età pensionabile, Bankitalia favorevole: 'Garantirebbe equità'
L'aumento dell'età pensionabile è cruciale per Bankitalia. L'istituto avverte sui rischi per la finanza pubblica e la spesa pensionistica record.
L'aumento dell'età pensionabile legato all'aspettativa di vita non va fermato. È l'avvertimento lanciato da Bankitalia durante un'audizione parlamentare. Secondo l'istituto, bloccare il meccanismo crea un problema di equità generazionale e complica la gestione della finanza pubblica. L'Italia affronta già la spesa pensionistica più alta d'Europa.
Il monito di Bankitalia sull'equità generazionale
Fabrizio Balassone, vice capo dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, è stato chiaro durante l'audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. L'istituto centrale ritiene fondamentale non alterare il meccanismo di adeguamento automatico dell'età di ritiro. Questo sistema, introdotto per garantire la tenuta dei conti pubblici, lega i requisiti pensionistici ai cambiamenti nella speranza di vita media della popolazione.
La preoccupazione principale sollevata da Balassone riguarda l’equità generazionale. Modificare o sospendere gli adeguamenti, secondo Bankitalia, significa scaricare un onere sproporzionato sulle coorti più giovani. Queste ultime si troverebbero a finanziare un sistema sbilanciato, sostenendo periodi di pensione più lunghi per le generazioni uscenti, mentre la pressione demografica aumenta e la platea dei lavoratori attivi si restringe. Si tratta di una scelta che, secondo Balassone, può "complicare e molto la gestione della finanza pubblica" nel medio e lungo termine.
Età pensionabile e il record della spesa italiana
La posizione di Bankitalia si basa su dati allarmanti che fotografano la situazione italiana nel contesto europeo. La spesa pensionistica italiana, in rapporto al Prodotto Interno Lordo, è la più elevata in Europa, creando una pressione costante sui conti pubblici. I numeri parlano chiaro: l'Italia ha raggiunto il 15,6% del PIL nel 2022, a fronte di una media europea ferma all'11,4%. Questo divario significativo evidenzia una sostenibilità precaria del sistema previdenziale nazionale.
Balassone ha sottolineato come il meccanismo di indicizzazione sia stato introdotto proprio per riequilibrare il sistema nel tempo. L'obiettivo è mantenere un rapporto stabile tra gli anni trascorsi al lavoro e quelli trascorsi in pensione, man mano che la popolazione invecchia e vive più a lungo. Nonostante l'età media effettiva di pensionamento sia già salita (oltre cinque anni in più tra il 2001 e il 2024, attestandosi a 64,6 anni), i progressi nella longevità richiedono continui e coerenti aggiustamenti per tutti.
La manovra e le eccezioni criticate
Il dibattito si inserisce nel contesto dell'attuale disegno di legge della manovra finanziaria, che interviene proprio su questi delicati equilibri. Il testo attuale prevede un adeguamento dell'età pensionabile di un mese nel 2027 (portandola a 67 anni e un mese) e di ulteriori due mesi nel 2028 (arrivando a 67 anni e 3 mesi). Tuttavia, la manovra introduce anche una vistosa eccezione: la sospensione degli adeguamenti fino al 2029 per le cosiddette professioni gravose.
È proprio su questo punto che Bankitalia esprime le maggiori perplessità. L'istituto, per voce di Balassone, ha ricordato che, sebbene ci siano state diverse eccezioni in passato, l'aggiornamento alla longevità dovrebbe avvenire ogni due anni per tutti, senza distinzioni. L'obiettivo primario del meccanismo, infatti, è limitare la crescita futura della spesa, un fattore cruciale data la sfida dell'invecchiamento della popolazione italiana e la necessità di mantenere i conti pubblici sotto controllo