Aumento pensioni 2026: polemiche sui veri importi e sulle detrazioni

La misura del governo sull'aumento pensioni 2026 divide: per la CGIL l'incremento reale è di soli 12 euro e pesa l'incognita IRPEF.

24 novembre 2025 14:00
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La discussione sulla prossima legge di bilancio si concentra sul discusso aumento pensioni 2026. Sebbene l'esecutivo prometta un sostegno concreto per le fasce più deboli, i sindacati ridimensionano drasticamente le cifre parlando di un incremento effettivo molto limitato. Al centro delle critiche delle parti sociali vi è anche il forte rischio che la tassazione ordinaria riduca ulteriormente la maggiorazione sociale prevista a partire dal prossimo gennaio.

I dettagli sull'aumento pensioni 2026 e le cifre reali

La misura inserita nella manovra viene presentata dal governo come un intervento strutturale da 20 euro mensili, ma questa narrazione è fortemente contestata. Secondo le dettagliate analisi della CGIL, l'importo reale che entrerà nelle tasche dei pensionati sarà limitato a soli 12 euro al mese. La discrepanza nasce dal fatto che il calcolo governativo include cifre già erogate in precedenza, trasformando l'operazione in quella che l'opposizione definisce una mossa propagandistica piuttosto che sostanziale. Si tratta di un aiuto tecnico rivolto a chi percepisce prestazioni assistenziali minime, ma l'entità del bonus rischia di deludere le aspettative di chi sperava in un cambio di passo.

La platea dei beneficiari e i requisiti reddituali

L'aggiornamento dell'assegno non riguarderà la totalità dei cittadini a riposo, ma sarà circoscritto a una platea specifica di circa 1,1 milioni di persone. Il provvedimento si focalizza esclusivamente sui titolari di trattamenti economici ridotti che rientrano in stringenti soglie di reddito stabilite dalla normativa vigente. Nello specifico, circa 800.000 destinatari sono percettori di indennità specifiche come l'assegno sociale o le pensioni di invalidità civile. L'obiettivo dichiarato è supportare le fasce più povere, eppure l'integrazione economica appare esigua rispetto al costo della vita. Molti osservatori sottolineano come questa aggiunta alla "quota del milione" non basti a garantire un vero potere d'acquisto.

Il nodo della tassazione e le disparità di trattamento

Un aspetto estremamente critico evidenziato dalle sigle sindacali riguarda l'effetto delle imposte sul nuovo bonus. Per chi supera di poco la soglia della no tax area, fissata a 8.500 euro annui, esiste il rischio concreto che l'aumento venga eroso dalla tassazione IRPEF. Questo meccanismo fiscale potrebbe annullare quasi totalmente il beneficio, rendendo la misura inefficace per migliaia di contribuenti. Inoltre, emerge un problema di equità sociale: il provvedimento non distingue tra chi ha versato contributi e chi riceve trattamenti puramente assistenziali. Tale livellamento verso il basso crea nuove ingiustizie, lasciando irrisolte le difficoltà economiche quotidiane dei pensionati italiani.

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