Pensioni dicembre 2025: aumenti e bonus in arrivo, le novità dal 2026
Tutte le novità su tredicesima, quattordicesima e bonus Natale che arricchiranno l'assegno delle pensioni dicembre 2025 per molti italiani.
Le pensioni dicembre 2025 saranno caratterizzate da un importo complessivo più elevato rispetto alle mensilità ordinarie grazie a diverse voci aggiuntive. Oltre alla consueta erogazione, l'INPS provvederà al pagamento della tredicesima mensilità e, per le categorie che ne soddisfano i requisiti, anche del bonus Natale e della quattordicesima. Questo incremento economico chiude l'anno solare prima dell'applicazione della rivalutazione degli assegni legata all'andamento dell'inflazione.
Il bonus Natale e le pensioni dicembre 2025
L'elemento che rende variabile l'importo finale per le fasce di reddito più basse è l'erogazione del cosiddetto importo aggiuntivo, meglio noto come bonus Natale. Questa somma, pari a 154,94 euro, è destinata esclusivamente ai pensionati che percepiscono un trattamento minimo INPS o importi leggermente superiori. Il meccanismo prevede che chi incassa fino a 7.884,20 euro annui riceva l'intera cifra, mentre per chi si attesta tra questa soglia e il tetto massimo di 8.039,15 euro è prevista l'erogazione della sola differenza necessaria a raggiungere il limite stabilito. Un ulteriore criterio fondamentale per l'accesso al beneficio è il reddito complessivo, che include eventuali altre entrate finanziarie: il limite è fissato a 11.766,30 euro per il singolo pensionato. Nel caso di persone coniugate o unite civilmente, la soglia di reddito cumulato della coppia sale a 23.352,60 euro, garantendo così un sostegno mirato alle famiglie con minori disponibilità economiche.
Chi riceve tredicesima e quattordicesima a fine anno
A differenza del bonus, la mensilità aggiuntiva di fine anno spetta alla quasi totalità della platea pensionistica, con la sola esclusione di prestazioni assistenziali specifiche come l'Ape sociale. L'importo della tredicesima mensilità è calcolato in base ai ratei maturati: chi è stato in pensione per tutto l'anno riceverà un importo simile all'assegno mensile, seppur soggetto a una tassazione più elevata che ne riduce leggermente il netto. Per chi ha iniziato a percepire la pensione durante l'anno, la somma sarà proporzionale ai mesi effettivi; ad esempio, un pensionamento a luglio comporta un importo dimezzato. Inoltre, dicembre rappresenta il mese di pagamento della quattordicesima per coloro che hanno compiuto 64 anni di età e sono andati in pensione dopo il 31 luglio. Questa prestazione aggiuntiva, legata ai contributi versati e al reddito, varia da un minimo di 336 euro a un massimo di 655 euro, fornendo un ulteriore supporto a chi rientra nei parametri previsti dalla normativa vigente.
Le stime sulla rivalutazione per il prossimo anno
Guardando oltre la fine dell'anno, l'attenzione si sposta sull'adeguamento degli importi al costo della vita, che diverrà effettivo a partire da gennaio 2026. L'Istituto di previdenza applicherà un incremento automatico basato sul tasso di inflazione registrato nell'anno corrente, con stime preliminari che indicano una percentuale compresa tra l'1,4% e l'1,5%. Tuttavia, questo meccanismo di perequazione non sarà uniforme per tutti: la rivalutazione piena al 100% sarà garantita solo agli assegni fino a quattro volte il minimo, pari a circa 2.413,60 euro lordi. Per i redditi medio alti, il recupero dell'inflazione sarà progressivamente ridotto: si applicherà al 90% per gli assegni che arrivano fino a circa 3.100 euro, scendendo ulteriormente al 75% per gli importi superiori. Questa modulazione delle fasce mira a contenere la spesa pubblica pur garantendo una protezione totale del potere d'acquisto per le pensioni più basse.