Bambino con disabilità rifiutato a scuola
Palermo, 2025: un bambino con disabilità rifiutato da un educandato ottiene giustizia. Il giudice riconosce la discriminazione e ordina l’immediata iscrizione
Un bambino di sei anni con disabilità lieve è stato respinto da un educandato di Palermo a gennaio 2025. Il rifiuto ha dato avvio a una battaglia legale che si è conclusa con il riconoscimento di condotta discriminatoria da parte dell’istituto e con l’ordine del giudice di disporne l’immediata iscrizione
Il diniego dell’iscrizione per disabilità
Il 21 gennaio 2025 i genitori del minore hanno inoltrato online la domanda di iscrizione alla prima classe dell’educandato, comprensiva anche della richiesta di accesso al semiconvitto. Il 12 febbraio l’istanza è stata respinta e il bambino è stato indirizzato verso un’altra scuola. Il piccolo, seguito dalla neuropsichiatria infantile dell’Asp e sottoposto a terapia logopedica per un disturbo del linguaggio, si è visto così negare il diritto a frequentare l’istituto prescelto. La decisione ha suscitato immediata reazione da parte della famiglia, che ha ritenuto ingiustificato e discriminatorio il provvedimento adottato dall’istituto scolastico.
Il ricorso dei genitori
Dopo aver ricevuto la notifica del rigetto, i genitori hanno presentato una richiesta di accesso agli atti per comprendere le motivazioni alla base del diniego. Successivamente hanno avviato un ricorso, contestando i criteri utilizzati nella formazione delle graduatorie interne e richiamando il principio di non discriminazione. Secondo la famiglia, l’esclusione non trovava fondamento nei parametri previsti dal bando di iscrizione e rappresentava un ostacolo ingiustificato al diritto allo studio del figlio. Il procedimento ha quindi messo al centro la corretta applicazione delle norme di tutela per gli alunni con disabilità.
La decisione del giudice
Durante l’iter processuale, sia l’Ufficio scolastico regionale per la Sicilia sia l’istituto hanno sostenuto la legittimità della decisione di rifiuto. Tuttavia, il giudice ha accolto le argomentazioni dei ricorrenti, riconoscendo elementi di discriminazione nella gestione delle iscrizioni. Dagli atti è infatti emerso che altri bambini, nati dopo il minore escluso, erano stati ammessi, nonostante non avessero titolo di precedenza. Questo dato ha rafforzato la tesi dei genitori e portato il tribunale a ordinare l’immediata ammissione del bambino presso la scuola prescelta, confermando la necessità di garantire pari opportunità a tutti gli alunni, indipendentemente dalle condizioni personali.