Bonus POS 2025: ecco come recuperare le commissioni bancarie

Il Bonus POS 2025 spetta a esercenti e professionisti con ricavi fino a 400.000 euro. Una guida ai requisiti e all'uso del credito.

A cura di Scuolalink Scuolalink
21 ottobre 2025 09:30
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Il Bonus POS 2025 prosegue come misura di sostegno per imprese e professionisti. Questo incentivo consente il recupero delle commissioni sui pagamenti elettronici. Si tratta di un credito d'imposta del 30% destinato a chi ha ricavi non superiori a 400.000 euro. L'agevolazione mira a ridurre i costi delle transazioni digitali e incentivare l'uso della moneta elettronica.

I beneficiari del Bonus POS e le operazioni ammesse

L'agevolazione fiscale nota come Bonus POS è destinata a una platea specifica di contribuenti. Possono beneficiare del credito d'imposta tutti gli esercenti attività d'impresa, arte o professioni. L'incentivo è rivolto principalmente a piccole e medie imprese, commercianti, artigiani e professionisti che utilizzano sistemi di pagamento evoluti. Esiste un limite fondamentale per l'accesso: il beneficio è riservato ai soggetti i cui ricavi e compensi dell'anno d'imposta precedente non superino la soglia dei 400.000 euro. Questo requisito dimensionale mira a concentrare il sostegno sulle realtà economiche minori, maggiormente gravate dall'incidenza dei costi fissi e variabili legati ai pagamenti elettronici.

Il credito d'imposta è calcolato su specifiche commissioni. Rientrano nell'agevolazione solo le commissioni addebitate per transazioni effettuate da consumatori finali privati. Sono quindi escluse le operazioni B2B (business-to-business). L'incentivo copre i costi per pagamenti ricevuti tramite carte di credito, di debito, prepagate e altri strumenti di pagamento digitali tracciabili, come le app su smartphone.

Come funziona il credito d'imposta sulle commissioni

Il Bonus POS consiste in un credito d'imposta pari al 30% delle commissioni bancarie addebitate agli esercenti. Questo "sconto fiscale" matura mensilmente e può essere utilizzato immediatamente. Per garantire la trasparenza e la corretta applicazione del bonus, i prestatori di servizi di pagamento (PSP) svolgono un ruolo cruciale. Questi operatori sono tenuti a inviare comunicazioni periodiche sia all'Agenzia delle Entrate sia direttamente agli esercenti.

La documentazione fornita dai PSP dettaglia l'elenco delle transazioni effettuate e i relativi costi commissionali. Questo report è fondamentale per l'esercente, che può così conoscere con precisione l'ammontare delle spese su cui calcolare il 30% di credito. È importante conservare questa documentazione fiscale a riprova del credito maturato. L'agevolazione rientra nel quadro normativo europeo degli aiuti "de minimis", che impone limiti massimi agli aiuti di stato concessi a una singola impresa in un determinato arco temporale.

Utilizzo in F24 e obblighi di dichiarazione

Il credito d'imposta maturato è utilizzabile esclusivamente in compensazione tramite il modello F24. L'esercente o il professionista può utilizzare il bonus a decorrere dal mese successivo a quello in cui la spesa per le commissioni è stata sostenuta. Per la corretta compilazione del modello F24, è necessario utilizzare lo specifico codice tributo "6916", istituito dall'Agenzia delle Entrate per questa finalità.

Oltre all'utilizzo in compensazione, il Bonus POS deve essere obbligatoriamente indicato nella dichiarazione dei redditi. L'importo del credito maturato, di quello utilizzato in compensazione e dell'eventuale credito residuo deve essere riportato nel quadro RU del Modello Redditi. I righi specifici da compilare sono solitamente l'RU5, l'RU6 e l'RU12, utilizzando il codice aiuto "H3". Inoltre, l'informazione relativa agli aiuti di Stato, essendo questo un aiuto "de minimis", deve essere riportata anche nel rigo RS401.

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