Bonus scuole private: voucher 1.500 euro, emendamento in Manovra

Voucher 1.500 Euro Scuole Private: il dibattito sull'emendamento nella Legge di Bilancio tra sostegno alle famiglie e principi costituzionali.

19 novembre 2025 09:30
Bonus scuole private: voucher 1.500 euro, emendamento in Manovra - Legge di Bilancio
Legge di Bilancio
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L'annosa questione del sostegno finanziario alle scuole paritarie è tornata al centro del dibattito politico con la presentazione di un emendamento alla Legge di Bilancio. Questo emendamento, proposto da Forza Italia e Noi Moderati, prevede l'introduzione di un voucher di 1.500 euro destinato alle famiglie con un ISEE inferiore ai 30.000 euro che scelgono istituzioni scolastiche paritarie per i propri figli. L'obiettivo, secondo i promotori come Claudio Lotito e Mariastella Gelmini, è sostenere le famiglie a basso reddito nella libertà di scelta educativa. Tuttavia, la proposta ha immediatamente sollevato accese polemiche riguardo la sua compatibilità con i principi stabiliti dalla Costituzione italiana.

Il ritorno del dibattito sul bonus scuole private

La proposta di introdurre un bonus per le scuole private è un tema ricorrente nelle discussioni sulla Legge di Bilancio, spesso riproposto e finora accantonato, ma sempre capace di riaccendere un acceso dibattito politico e costituzionale. L'emendamento presentato, in particolare, prevede l'erogazione di un voucher di 1.500 euro a figlio, mirato specificamente alle famiglie con ISEE sotto i 30mila euro che optano per un'istituzione scolastica paritaria, rappresentando un costo stimato per le casse statali di circa 20 milioni di euro. Questa misura viene promossa come un aiuto concreto per garantire una maggiore libertà di scelta educativa anche ai nuclei familiari economicamente meno abbienti, permettendo loro di accedere a strutture non statali senza un onere eccessivo sul bilancio familiare. La logica dietro il provvedimento è quella di supportare l'intera platea di studenti, riconoscendo il ruolo del sistema scolastico paritario all'interno dell'offerta formativa nazionale.

Le implicazioni costituzionali del sostegno statale

Il nodo centrale delle polemiche risiede nell'interpretazione dell'articolo 33 della Costituzione italiana, il quale, pur garantendo il diritto di istituire scuole e istituti di educazione senza oneri per lo Stato, alimenta il dibattito sulla legittimità di sussidi, anche indiretti come i voucher. I critici, in particolare, sollevano l'obiezione che un voucher finanziato con risorse pubbliche, sebbene destinato alle famiglie, costituisca di fatto un onere per lo Stato in favore di istituzioni private, contravvenendo al principio costituzionale. Questa posizione è stata ribadita da esponenti delle opposizioni, come Peppe De Cristofaro, capogruppo dell'Alleanza Verdi e Sinistra, che ha definito l'emendamento un "regalo" che calpesta la Costituzione, mettendo in luce la tensione tra il sostegno alla scuola pubblica e il finanziamento di quella paritaria.

La reazione politica e la disparità di risorse

La reazione delle forze di opposizione è stata immediata e ferma, concentrandosi sulla presunta disparità nell'allocazione delle risorse tra la scuola statale e quella paritaria. La senatrice del M5S, Barbara Floridia, ha espresso la sua critica sottolineando che, mentre la maggioranza lamenta la mancanza di fondi o impone tagli per la scuola pubblica, magicamente si riescono a trovare risorse per le scuole private, evidenziando una percepita inversione delle priorità. Questo linguaggio giornalistico accessibile riflette la preoccupazione che l'emendamento possa distogliere risorse fondamentali da un sistema scolastico pubblico già in difficoltà, ponendo l'attenzione sulla necessità di un maggiore investimento nella formazione statale come priorità nazionale. Il confronto in Parlamento si preannuncia serrato, con l'obiettivo di trovare un equilibrio tra il sostegno alle famiglie e il rispetto dei principi fondanti del sistema educativo italiano.

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