Burnout e disuguaglianze: il prezzo pagato dalle donne della scuola

Il burnout colpisce le docenti italiane: orari extra, scarsa mobilità e stipendi bassi aggravano il malessere psicologico e professionale.

10 aprile 2025 13:29
Burnout e disuguaglianze: il prezzo pagato dalle donne della scuola - stress scuola
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In Italia, il settore dell’istruzione pubblica è sostenuto principalmente da donne: rappresentano circa l’80% del personale scolastico, pari a quasi un milione di professioniste. Nonostante il ruolo cruciale svolto, queste lavoratrici affrontano quotidianamente ostacoli strutturali che compromettono il benessere psicologico e la qualità della vita professionale. Dalla disparità salariale ai limiti alla mobilità, fino a un carico di lavoro costantemente superiore al previsto, emerge un quadro in cui la valorizzazione del personale scolastico appare ancora lontana. Il fenomeno del burnout, strettamente connesso a queste dinamiche, è una realtà sempre più diffusa, ma ancora sottostimata dalle istituzioni.

La scuola è donna, ma il riconoscimento professionale manca

Durante il convegno “La donna e il lavoro nella pubblica amministrazione in Italia e in UE”, promosso a Roma dalla Cesi in collaborazione con Anief, Csa e Cisal, si è discusso del ruolo femminile nella scuola italiana. Marcello Pacifico, presidente Anief, ha sottolineato che, sebbene le donne costituiscano l’ossatura del sistema scolastico e siano altamente qualificate (l’80% è laureata), il loro lavoro resta poco valorizzato, sia economicamente che socialmente. In media, una docente guadagna 6.000 euro in meno rispetto a un dipendente ministeriale.

Mobilità limitata e burnout non riconosciuto

Oltre alla disparità salariale, le docenti devono affrontare vincoli alla mobilità che ostacolano la conciliazione tra vita lavorativa e personale. Il burnout, riconosciuto in altri comparti pubblici come le forze armate, non è ancora considerato una causa legittima di pensionamento anticipato per il personale scolastico. Anief propone il riscatto agevolato della laurea, la mobilità intercompartimentale e l’adeguamento degli stipendi come misure urgenti per affrontare questa crisi.

Ore extra e stress: il carico invisibile dei docenti

Un sondaggio condotto da "La Tecnica della Scuola" su 1.043 partecipanti, in gran parte docenti del Nord, rivela che il 92,2% degli insegnanti lavora oltre l’orario previsto: il 48,5% dalle 2 alle 3 ore in più al giorno, il 43,7% supera le 3 ore. Questo carico aggiuntivo incide pesantemente sul benessere psicologico: per l’81,4% lo stress è molto o estremamente influenzato dal lavoro extra. Anche il personale ATA è coinvolto, con il 34,5% che lavora oltre 3 ore in più e il 42,9% che segnala un forte impatto dello stress.

Stress e malessere: un fenomeno sottovalutato

Il lavoro extra ha un impatto rilevante sul benessere psicologico: il 56,2% dei docenti afferma che influisce molto sul proprio livello di stress, e il 25,2% lo ritiene estremamente dannoso. Solo il 2% ritiene l’influenza marginale. Anche il personale scolastico non docente è coinvolto: il 34,5% lavora oltre 3 ore in più al giorno, e il 42,9% segnala un forte impatto emotivo.