Capaci, visita didattica in una caserma dell'Esercito: scoppia la polemica
Una scuola di Capaci organizza una visita in una caserma dell'Esercito: la CGIL si oppone citando la Costituzione e la necessità di educare alla pace.
A gennaio gli studenti di Capaci visiteranno la caserma Turba, ma l'iniziativa divide. La FLC CGIL esprime forte contrarietà, definendo l'attività inopportuna per l'età dei ragazzi. Il sindacato richiama i valori costituzionali e la necessità di educare alla pace, evitando la retorica bellica.
L'iniziativa scolastica e la reazione sindacale
Al rientro dalle vacanze natalizie, la scuola secondaria “Biagio Siciliano-De Gasperi” porterà gli alunni delle terze classi alla caserma Turba di Palermo. L'invito, formalizzato tramite circolare, ha però scatenato la reazione della FLC CGIL. Il sindacato, pur ribadendo il massimo rispetto per l'Esercito Italiano e i suoi lavoratori, giudica l'evento pedagogicamente inopportuno. Per i segretari Rizza e Cirino, esporre ragazzi così giovani a Open Day militari incentrati su mezzi bellici non si concilia con la missione educativa. È necessario valutare attentamente il messaggio trasmesso agli studenti in questa fase delicata della loro crescita.
Le preoccupazioni del sindaco di Capaci
Il primo cittadino Pietro Puccio ha manifestato la sua inquietudine in una lettera, ottenendo il sostegno del sindacato. L'opposizione a questa iniziativa a Capaci nasce dall'attuale contesto storico internazionale. La scuola, fedele all'articolo 11 della Costituzione, deve promuovere una cultura di pace e antifascismo, ripudiando la retorica militarista. I sindacalisti temono che attività focalizzate su logiche castrensi veicolino informazioni distorte, allontanando i giovani dai valori di cooperazione e dialogo interculturale necessari per costruire una società democratica e inclusiva.
Richiesta di verifiche istituzionali
La Cgil ha richiesto verifiche urgenti al direttore dell'U.A.T. di Palermo. Bisogna accertare se l'uscita didattica sia coerente con il piano dell'offerta formativa (PTOF) approvato dagli organi collegiali. Il sindacato, che si era già opposto all'esposizione di mezzi dell'esercito nelle piazze, ribadisce che gli spazi educativi devono rimanere estranei a logiche di riarmo. L'obiettivo della scuola è formare cittadini orientati alla legalità democratica, non alla guerra. Si attende ora un riscontro sulla regolarità dei percorsi deliberativi seguiti dall'istituto per autorizzare questa attività.