Caregiver: i conti reali che non tornano nella manovra di bilancio

Analisi delle misure per i caregiver familiari: discrepanze tra risorse annunciate, tagli al welfare e una platea di beneficiari ridotta.

21 novembre 2025 18:45
Caregiver: i conti reali che non tornano nella manovra di bilancio - Caregiver e diritti Legge 104
Caregiver e diritti Legge 104
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La recente analisi dei documenti contabili relativi alla Legge di Bilancio 2026 evidenzia una complessa realtà per i caregiver familiari. Nonostante le anticipazioni ministeriali, i testi ufficiali mostrano una notevole distanza tra gli annunci e le risorse effettivamente stanziate. Emergono criticità legate alle coperture finanziarie, che sembrano derivare da tagli ad altri settori sociali, e ai requisiti di accesso che rischiano di escludere la stragrande maggioranza degli aventi diritto, lasciando aperti molti interrogativi sul futuro del sostegno alla disabilità.

Risorse e coperture finanziarie

L'esame approfondito del disegno di legge rivela una significativa differenza tra le cifre comunicate e quelle iscritte a bilancio. Sebbene le dichiarazioni parlassero di un fondo da 250 milioni di euro, la dotazione effettiva si attesta a 207 milioni di euro a partire dall'anno 2027. Per il 2026, lo stanziamento appare quasi simbolico e finalizzato prevalentemente all'istituzione di una piattaforma digitale. Un punto cruciale riguarda l'origine di tali fondi: non si tratta di investimenti aggiuntivi, ma di risorse recuperate attraverso tagli al welfare esistente. Nello specifico, i documenti indicano una riduzione simultanea delle disponibilità per il Fondo Sostegno Povertà e per l'Assegno di Inclusione. Inoltre, vi è il timore che la parte restante delle coperture possa intaccare il Fondo per la non autosufficienza, riducendo così i servizi essenziali già previsti per le persone con disabilità.

Requisiti stringenti per i caregiver

Le condizioni delineate per accedere al nuovo sussidio appaiono estremamente selettive, riducendo drasticamente la platea dei potenziali beneficiari. Le stime tecniche calcolano che la misura raggiungerà circa 43.000 persone, una cifra esigua se confrontata con i milioni di italiani che si prendono cura di un familiare. Il contributo economico previsto è di 400 euro mensili, somma che non concorre alla formazione del reddito e non prevede alcuna copertura previdenziale. A fronte di questo importo, viene richiesto un impegno continuativo di 91 ore settimanali di assistenza al convivente. Tale parametro si traduce in una valorizzazione economica del lavoro di cura pari a circa un euro l'ora. A ciò si aggiungono limiti patrimoniali severi, come un Isee familiare inferiore ai 15.000 euro, configurando un sistema che sembra scambiare fondi contro diritti essenziali.

Il rischio della lotteria digitale

La sproporzione tra il numero limitato di posti finanziati e la vasta platea di chi necessita supporto solleva dubbi sulle modalità di erogazione. Con oltre due milioni di caregiver stimati in Italia, l'attivazione della piattaforma Inps nel 2026 potrebbe generare un meccanismo simile a un "click day". In questo scenario, l'accesso al diritto non sarebbe garantito dall'effettivo carico di cura o dalla gravità della situazione, ma dalla velocità della connessione internet o dalla tempestività nella presentazione della domanda. Questa impostazione appare in contrasto con i principi ribaditi dalla Corte Costituzionale, secondo cui sono i diritti fondamentali a dover determinare il bilancio dello Stato e non viceversa. Si prospetta dunque il rischio di una lotteria digitale che escluderebbe oltre il 98% delle famiglie che vivono quotidianamente la non autosufficienza in forma diretta.

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