Caso Garlasco, si laureò alla Bocconi con 110 e lode mentre era indagato: cosa fa oggi Alberto Stasi
Alberto Stasi si laureò con lode alla Bocconi anni fa durante il processo per l’omicidio di Garlasco oggi è in semi-libertà e il caso si riapre
Condannato per l’omicidio di Chiara Poggi, Alberto Stasi ha conseguito una laurea con 110 e lode alla Bocconi mentre era sotto accusa. Oggi, in regime di semi-libertà, lavora come contabile. Ma con le indagini riaperte e nuovi sospettati, il caso di Garlasco torna sotto i riflettori. Ecco perché interessa anche il mondo della scuola
L'omicidio Garlasco che ha diviso l’opinione pubblica
Il 13 agosto 2007, Chiara Poggi fu trovata senza vita nella sua abitazione di Garlasco, colpita da un oggetto contundente. A dare l’allarme fu il fidanzato Alberto Stasi, allora 24enne e studente universitario modello. Da subito, il suo atteggiamento calmo e la mancanza di tracce di sangue sui suoi vestiti insospettirono gli inquirenti. Nonostante inizialmente le prove a suo carico fossero deboli, nel 2015 la Corte di Cassazione lo ha condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per omicidio volontario. Ma oggi, a quasi vent’anni dal delitto, le indagini sono state riaperte: nuovi elementi coinvolgono Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, e addirittura le cugine gemelle della vittima.
La laurea con lode all’università Bocconi
Un aspetto spesso trascurato nella narrazione mediatica riguarda il percorso accademico di Alberto Stasi. Il 17 dicembre 2007, nel pieno del clamore mediatico, si laureò con 110 e lode in Economia alla prestigiosa Università Bocconi di Milano. La discussione della tesi, intitolata «Profili tecnici e normativi nella tassazione delle imprese d'assicurazione», avvenne a porte chiuse, con una commissione accademica che valutò positivamente il suo lavoro. Un risultato che colpì anche il suo legale, Giuseppe Colli, che lo descrisse “tranquillo e soddisfatto” al termine della prova. Quella laurea, ottenuta tra sospetti e tensioni giudiziarie, rappresenta una pagina simbolica della storia di Stasi, e può offrire spunti educativi profondi per chi lavora nella scuola: cosa significa formare un giovane che finirà sotto processo per omicidio? Quale ruolo ha la scuola nella costruzione (o nella decostruzione) dell’identità morale?
La vita in carcere e il lavoro da contabile
Stasi è attualmente recluso nel carcere di Bollate, una struttura nota per il suo approccio rieducativo. Dopo aver scontato un terzo della pena, ha ottenuto il regime di semi-libertà e lavora come contabile in un’azienda esterna, grazie alla buona condotta. Oggi ha 41 anni e si dichiara ancora innocente. In rare interviste ha affermato di andare “a dormire con il cuore leggero”, convinto che la verità prima o poi verrà a galla. Intanto, la sua figura continua a dividere: è il colpevole o un ragazzo brillante condannato ingiustamente? La sua storia, che intreccia cultura, studio e giustizia, richiama il mondo scolastico a riflettere sulla complessità delle biografie umane e sull’effettiva funzione educativa delle istituzioni.
Le nuove indagini sul caso Garlasco e il possibile risarcimento
Nel 2024 la Procura di Pavia ha riaperto il caso, grazie al ritrovamento di DNA sotto le unghie di Chiara non compatibile con quello di Stasi, e a un’impronta digitale (il cosiddetto "reperto 33") che anch'esso non combacia con quello di Stasi. Altri dettagli inquietanti, come frasi scritte su fogli e un martello trovato vicino all’abitazione delle cugine della vittima, alimentano i sospetti su altri protagonisti. Se Stasi venisse dichiarato innocente, potrebbe chiedere un risarcimento milionario per ingiusta detenzione: l’indennizzo per dieci anni di carcere supererebbe gli 850.000 euro, ma in caso di errore giudiziario si aggiungerebbero danni morali, biologici e professionali, per un totale che supererebbe facilmente il milione di euro. Tuttavia, come ha detto la sua legale Irma Conti, il risarcimento più importante resterebbe la “libertà e la dignità di una vita”.