Class action Moige: tutela minori da Meta e TikTok

Il Moige avvia la prima class action italiana contro Meta e TikTok per tutelare i minori da algoritmi manipolativi, dipendenza digitale.

03 ottobre 2025 12:05
Class action Moige: tutela minori da Meta e TikTok - Dipendenza da social
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Il Moige avvia la prima class action in Italia contro Meta e TikTok per tutelare bambini e adolescenti dai rischi dei social: dipendenza algoritmica, iscrizioni illegali under 14 e danni alla salute mentale. Il ricorso è depositato al Tribunale di Milano.

Ricorso legale e obiettivi della class action

Il Movimento Italiano Genitori (Moige), con il supporto dello studio legale Ambrosio & Commodo, ha promosso la prima class action inibitoria italiana contro le piattaforme Meta e TikTok, depositata presso il Tribunale di Milano. Il ricorso si fonda sull’articolo 840-sexiesdecies del codice di procedura civile e si concentra su tre aspetti fondamentali: il rispetto del divieto di accesso per minori di 14 anni, la rimozione dei sistemi di dipendenza algoritmica, come lo scroll infinito, e l’obbligo per le piattaforme di fornire informazioni chiare sugli effetti e rischi dell’abuso dei social media.

I promotori puntano a responsabilizzare i giganti del web, sostenendo che le loro pratiche violano i diritti dei minori e richiedono interventi concreti per ridurre i danni a livello psicologico e comportamentale. La class action rappresenta un primo passo verso una tutela collettiva nazionale, con potenziali ripercussioni anche in Europa.

Fondamenti scientifici e rischi per la salute

Il ricorso si basa su solide evidenze scientifiche che collegano l’uso massiccio dei social a disturbi psichici, comportamentali e cognitivi nei giovani. Il neuropsichiatra Tonino Cantelmi evidenzia che la corteccia prefrontale completa la sua maturazione solo intorno ai 25 anni, aumentando la vulnerabilità degli adolescenti alle pratiche manipolative delle piattaforme digitali.

Studi europei, tra cui il report della Commissione Europea 2024, indicano un nesso tra uso eccessivo dei social e problematiche come depressione, calo del rendimento scolastico, disturbi alimentari e comportamenti autolesivi. Il recente studio pubblicato su JAMA Pediatrics nel 2025 conferma i timori, segnalando modificazioni cerebrali permanenti dovute all’esposizione prolungata agli algoritmi delle piattaforme.

Impatto e prospettive future

Il ricorso fa leva su normative recenti come la Legge sui Servizi Digitali (Dsa), la Legge sui Mercati Digitali (Dma) e la legge europea sull’Intelligenza Artificiale (Aia), riconoscendo le pratiche manipolative nei confronti dei minori ma senza misure concrete di contrasto. La raccolta di testimonianze e il portale dedicato rappresentano il primo passo verso una azione risarcitoria collettiva.

Gli organizzatori auspicano che una sentenza favorevole del Tribunale di Milano stabilisca un precedente nazionale ed europeo, rafforzando la responsabilità delle piattaforme digitali e segnando un passo decisivo nella tutela dei minori nel mondo digitale. L’iniziativa sottolinea il ruolo della comunità educativa e dei genitori come attori di protezione e sensibilizzazione, chiedendo alle istituzioni di garantire sicurezza, consapevolezza e informazione sui rischi digitali.