Compensi commissari Esami di maturità 2025: tutto fermo al 2007, si intervenga!

La retribuzione dei commissari e presidenti di commissione per gli Esami di Maturità resta ancorata ai valori stabiliti diciotto anni fa. Occorre un intervento.

14 maggio 2025 07:55
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Per gli Esami di Maturità 2025, i compensi destinati ai presidenti di commissione e ai commissari rimarranno identici a quelli fissati nel 2007. A sancire questa immobilità è il decreto interministeriale del 24 maggio 2007, mai aggiornato da allora. Si tratta di un’anomalia che genera malcontento nel settore scolastico, aggravata dall’aumento del costo della vita e dall’erosione del potere d’acquisto causata dall’inflazione. Mentre responsabilità e complessità del lavoro docente sono cresciute, i compensi accessori per gli esami restano inchiodati a valori ormai anacronistici.

Compensi commissari esami di Maturità dal 2007 a oggi: cifre che non reggono il confronto con l’attuale situazione economica

I compensi lordi stabiliti nel 2007 per gli esami di maturità non hanno subito variazioni fino ad oggi. Le cifre ufficiali sono le seguenti:

  • Presidente di commissione: 1.249 euro
  • Commissario esterno: 911 euro
  • Commissario interno: 399 euro

A questi importi si sommano i rimborsi chilometrici di 0,50 euro/km e una indennità giornaliera per le trasferte, calcolata in base alla distanza e ai giorni di presenza. Tuttavia, questi aggiustamenti non compensano adeguatamente la distanza tra la realtà economica del 2007 e quella attuale.

Guardando al periodo precedente, la circolare ministeriale n. 104 del 1999 prevedeva compensi forfettari espressi in lire, successivamente convertiti in euro al tasso di 1 € = 1.936,27 lire. Ecco i valori indicativi di allora:

  • Presidente di commissione: 2.200.000 lire (≈ 1.136 euro)
  • Commissario esterno: 1.600.000 lire (≈ 827 euro)
  • Commissario interno: 700.000 lire (≈ 362 euro)

A questi si aggiungevano compensi specifici per la trasferta, con importi che potevano superare i 2.000 euro per spostamenti superiori ai 100 minuti di percorrenza.

Compensi 2025 uguali al 1999: una stagnazione salariale che dura da oltre vent’anni

Dal confronto emerge un dato significativo: i compensi 2025 sono praticamente sovrapponibili a quelli del 1999. Un presidente di commissione, ventisei anni fa, percepiva circa 1.368 euro lordi (includendo la trasferta), cifra molto vicina agli attuali 1.249 euro. Anche per i commissari esterni, la variazione è minima: si passa da 827 euro del 1999 agli attuali 911 euro.

Considerando l’inflazione e il continuo aumento del costo della vita, questa stagnazione salariale rappresenta un evidente scollamento rispetto alla realtà economica e professionale attuale. L’incremento simbolico degli importi, privo di reali adeguamenti, vanifica di fatto il riconoscimento economico del ruolo svolto dai docenti nelle commissioni d’esame.

Si intervenga! Il nodo irrisolto di una questione ignorata da quasi vent’anni

Il mancato aggiornamento dei compensi per gli esami di Stato dal 2007 non può essere liquidato come una semplice svista amministrativa. In quasi vent’anni, la professione docente ha affrontato nuove sfide: digitalizzazione forzata, gestione della pandemia, crescente attenzione ai bisogni educativi speciali e responsabilità burocratiche sempre più complesse. Eppure, su questo fronte specifico, nulla è cambiato.

A spiegare il perché di questa inerzia è il prof. Reginaldo Palermo, vice direttore della Tecnica della Scuola, il quale sottolinea come l’esame di Stato abbia ormai perso il suo valore formale, rimanendo importante solo per gli studenti dal punto di vista emotivo. Palermo osserva che questa percezione riduttiva contribuisce a mantenere inalterati i compensi: “A meno che – dichiara – non si voglia dare ragione a chi sostiene che l’esame di Stato sia ormai superato e che abolirlo servirebbe a eliminare ogni forma di spreco”.

L’assenza di interventi concreti, dunque, sembra riflettere una precisa volontà politica e amministrativa di non affrontare una questione considerata marginale, nonostante l’impatto diretto su migliaia di docenti e sulla qualità dell’intero sistema scolastico.

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