Competenze da volontariato sul curriculum scolastico: pubblicato in GU il decreto attuativo

Il nuovo decreto del 31 luglio 2025 stabilisce come le competenze da volontariato saranno certificate e riconosciute nel curriculum scolastico.

A cura di Scuolalink Scuolalink
28 ottobre 2025 09:00
Competenze da volontariato sul curriculum scolastico: pubblicato in GU il decreto attuativo - Gazzetta Ufficiale
Gazzetta Ufficiale
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È ufficiale il riconoscimento delle competenze da volontariato in ambito scolastico e professionale. Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 24 ottobre, il decreto attuativo firmato il 31 luglio 2025 definisce le modalità per certificare le abilità acquisite nel Terzo Settore. Questo provvedimento mira a valorizzare il volontariato come spazio di apprendimento formale, inserendosi nel quadro normativo nazionale e affiancando la legislazione esistente sulla certificazione delle competenze.

Il nuovo quadro normativo per il volontariato

Il decreto ministeriale firmato il 31 luglio 2025, e pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 24 ottobre, segna un passo fondamentale per la valorizzazione delle attività di volontariato in Italia. Questo testo normativo, atteso da tempo, stabilisce finalmente i criteri e le modalità per rendere formalmente riconoscibili le competenze sviluppate dai cittadini impegnati nel Terzo Settore. Si tratta di un tassello cruciale che attua quanto già previsto dal Codice del Terzo Settore (decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117). L'obiettivo di fondo è superare la visione del volontariato come mera attività benefica o assistenziale, trasformandolo in un percorso di apprendimento non formale e informale, capace di generare know-how specifico.

Il decreto si allinea inoltre con il Sistema nazionale di certificazione delle competenze (introdotto dal decreto legislativo 16 gennaio 2013, n. 13), fornendo una cornice operativa per uniformare le procedure su tutto il territorio nazionale. La normativa mira a creare un ponte solido tra l'impegno civico e il riconoscimento ufficiale delle abilità (sia soft skills, come il problem solving o il teamwork, sia competenze tecniche) maturate sul campo. Questo provvedimento, affiancandosi anche al decreto ministeriale del 9 luglio 2024 e alle disposizioni del 5 gennaio 2021, completa il quadro legislativo, assicurando che l'esperienza acquisita possa essere formalizzata.

Come funziona la certificazione delle competenze

Il processo per ottenere il riconoscimento non sarà automatico, ma richiederà un'azione proattiva da parte del cittadino. Come specificato dal decreto, i volontari interessati dovranno attivare un percorso di valutazione specifico presso gli enti preposti. La titolarità di questo processo è affidata agli enti pubblici competenti nei rispettivi ambiti (come le Regioni, il Ministero dell'Istruzione o altri enti titolati), che dovranno seguire le regole definite dal Sistema nazionale di certificazione. Questo sistema, definito dal D.Lgs. 13/2013, prevede tre fasi fondamentali: l'individuazione, validazione e certificazione delle competenze.

In pratica, l'esperienza del volontario verrà analizzata nel dettaglio per identificare le abilità specifiche acquisite (individuazione); queste saranno poi confrontate con standard definiti per attestarne l'effettivo possesso (validazione) e, infine, formalmente attestate in un documento ufficiale (certificazione). L'ente titolare dovrà attenersi ai criteri interministeriali già stabiliti, garantendo così omogeneità e trasparenza su tutto il territorio nazionale. Questo approccio strutturato permette di "tradurre" l'esperienza pratica in competenze spendibili e formalmente documentate, superando l'autoreferenzialità.

Le competenze da volontariato a scuola e nei concorsi

L'impatto più atteso di questa normativa riguarda la concreta spendibilità delle certificazioni ottenute in due ambiti chiave: la scuola e il pubblico impiego. In ambito scolastico, le competenze da volontariato potranno integrare i percorsi di apprendimento e trovare uno spazio formale all'interno del curriculum dello studente. Questo documento, che traccia il percorso formativo complessivo, si arricchisce così di elementi che valorizzano esperienze extrascolastiche, fondamentali per lo sviluppo di capacità trasversali (soft skills) spesso cruciali.

Non si tratta solo di un credito formativo, ma del riconoscimento di un bagaglio di esperienze. Parallelamente, il decreto apre alla rilevanza di queste competenze nei concorsi per l'accesso al pubblico impiego. Sebbene nei limiti della normativa vigente, ciò significa che le abilità certificate potranno essere valutate, ad esempio, come titoli aggiuntivi o preferenziali. Il testo richiama infatti l'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 (Testo Unico sul Pubblico Impiego), integrando di fatto l'esperienza di volontariato nel percorso professionale e nei processi di selezione dei dipendenti pubblici, valorizzando l'impegno civico come competenza.

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